16 febbraio 2016 ore: 17:06
Famiglia

Niente bonus bebè alle famiglie adottive, "quello di Maroni è uno sfregio"

Per Maria Grazia Benazzi (Anfaa), la scelta della Regione Lombardia di riservare il bonus bebé solo in caso di nascita di figli naturali è inspiegabile. Griffini (Aibi): “E’ come dire che si tratta di famiglie di serie B”

MILANO - "I genitori adottivi o affidatari possono chiedere il congedo parentale, perché sono equiparati ai genitori naturali. Solo il governatore Maroni pensa che non abbiano gli stessi diritti": per Maria Grazia Benazzi, segretaria della sezione lombarda dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie (Anfaa), la scelta della Regione Lombardia di riservare il bonus bebé solo in caso di nascita di figli naturali è inspiegabile. "L'inizio dell'adozione per un bambino è come una nascita -sottolinea -. Ed è per questo che alle loro nuove famiglie vengono in generale riconosciuti gli stessi diritti delle altre".

Le associazioni che si occupano di adozione e affido stanno raccogliendo firme con una petizione indirizzata al Governatore (vedi lancio precedente). Già erano in rotta da quando hanno scoperto l'esclusione delle famiglie adottive dal bonus bebé, ma la precisazione di ieri di Maroni ("è un incentivo alla natalità") è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per Marco Griffini, presidente di Ai.bi (Amici dei bambini) si tratta di "uno sfregio". "È come dire a queste famiglie che sono di serie B. Quando un bambino viene adottato sia dal punto di vista della legge sia da quello del cuore, è come se nascesse di nuovo. Non importa che abbia pochi mesi o cinque anni: rinasce come figlio. Altro che non natalità: l’adozione è una signora natalità. Oltretutto la posizione della Lega è incomprensibile considerando quanto fatto in passato. Maroni e i suoi negli anni passati hanno preso posizione contro l’eterologa: che senso ha dire no in quel caso e poi però non sostenere le coppie che invece di ricorrere alla fecondazione assistita scelgono di adottare?”.

Sul bonus bebé interviene anche la Cisl Lombardia. Secondo Paola Gilardoni, segretario regionale, si è di fronte a una "misura assolutamente ingiustificata". La Cisl ha già chiesto, tra l'altro, di eliminare tra i requisiti per accedere al bonus quello dei cinque anni di residenza in Lombardia per entrambi i genitori. “È evidente che rischia di escludere famiglie, giovani coppie di cui anche un solo componente non lombardo, che hanno scelto di trasferirsi da regioni e nazioni diverse, per vivere e risiedere in Lombardia, o che decidono di ricongiungersi sul territorio, spesso  per esigenze di  ricerca di lavoro, per una stabilità e serenità famigliare”. 

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