3 agosto 2022 ore: 11:56
Disabilità

Niente più laurea per gli educatori? Non è proprio così. Unicatt replica ad Aibi

di Chiara Ludovisi
La replica di Domenico Simeone (Unicatt) ad Aibi: “La DDgrGR 6443 in realtà non elimina, né potrebbe eliminare, l’obbligo di laurea previsto dalla normativa nazionale, ma introduce in via transitoria, fino al 31 dicembre 2023, alcune condizioni in caso di impossibilità di individuare personale socioeducativo in possesso delle caratteristiche previste”
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ROMA - Educatori di comunità. Niente più laurea. Ora basta un diploma di scuola superiore!”. E' quanto riferiva Aibi in una nota, diffusa e ripresa anche su queste pagine alcuni giorni fa. Una questione molto calda e molto dibattuta, vista l'insufficienza di educatori nelle comunità per minori, denunciata tempo fa soprattutto in Lombardia da Cnca. Proprio per far fronte al problema, recentemente la Regione Lombardia, con la Dgr 6443 ha facilitato l'accesso alla professione, per la quale da anni è richiesta una laurea in Scienze dell'educazione e della formazione. Laurea che, secondo quanto riferito da Aibi, ora non è più necessaria.

Ma le cose non stanno esattamente così, secondo Domenico Simeone, presidente della Conferenza Universitaria Nazionale di Scienze della Formazione e preside della Facoltà di Scienze della Formazione presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: “Nel testo si sostiene, a partire dalla DGR 6443, che 'la laurea triennale in Scienze dell’educazione e della formazione (L-19) non sia più necessaria per poter lavorare in unità d’offerta sociale residenziale e semiresidenziale con disabilità, nonché in unità d’offerta per la prima infanzia' e si annuncia l’attivazione di un corso on-line di 70 ore promosso da Faris e Aibc Società Cooperativa Sociale, facendo intendere che questo corso permetta di inserirsi in questo ambito lavorativo come educatore (anche se questo non viene detto esplicitamente) – scrive Simeone in una nota di rettifica - Si afferma che 'Regione Lombardia ha eliminato l’obbligo di avere una laurea per diventare professionisti del settore socio-educativo'. La DGR 6443 in realtà non elimina, né potrebbe eliminare, l’obbligo di avere una laurea in Scienze dell’educazione e della formazione (L 19) per svolgere la professione di Educatore professionale socio-pedagogico previsto dalla normativa nazionale – precisa - ma introduce in via transitoria (soltanto entro il 31/12/2023), alcune condizioni e soltanto in subordine alla dimostrata impossibilità di individuare personale socioeducativo in possesso delle caratteristiche previste”.

Il Dgr cui si fa riferimento prevede, nello specifico, che “qualora le procedure di selezione non abbiano condotto all’individuazione di personale socioeducativo in possesso delle caratteristiche sopra specificate, il soggetto gestore, entro il 31/12/2023, motivando adeguatamente la propria scelta, potrà completare il fabbisogno di personale educativo assumendo quale operatore socio-educativo anche chi è in possesso di diploma professionale/istruzione di grado superiore (almeno quadriennale) con comprovata esperienza di almeno 3 anni in ambito socio-educativo ed esperienza specifica in area minori o disabili. Dovrà essere garantita la partecipazione ad iniziative di formazione e/o aggiornamento per un minimo di 40 ore annuali. In ogni caso – si precisa - il personale educativo nelle unità d’offerta in oggetto non potrà essere costituito unicamente da operatori in possesso delle caratteristiche sopracitate e le procedure di assunzione di tali operatori saranno oggetto di specifica verifica in sede di Vigilanza da parte delle ATS”.

Di fatto, conclude Simeone, “restano quindi in vigore tutte le norme nazionali che prevedono il possesso della laurea triennale in Scienze dell’educazione e della formazione (l-19) per poter svolgere la professione di Educatore Professionale Socio-Pedagogico”.

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