30 novembre 2015 ore: 15:41
Disabilità

Non autosufficienza, assistenza domiciliare per il 28% degli italiani

Ricerca di Uni Salute: se la necessità è temporanea, il 50% si affida a familiari, solo 1 su 5 è disposto a pagare un'assistenza privata. In caso di situazione cronica il 57% opta per assistenza di familiari o Ssn mentre il 37% pagherebbe un infermiere o badante
Non autosufficienza - servizi

ROMA - Negli ultimi 12 mesi il 28% degli italiani è ricorso a un servizio di assistenza domiciliare, a causa di una non autosufficienza temporanea o cronica, propria oppure di un familiare. Lo rivela una ricerca  dell’Osservatorio Sanità2 di Uni Salute, condotta dall’istituto Nextplora su un campione rappresentativo di 450 italiani over 30 in tutta Italia. Nella maggior parte dei casi, l’assistenza è a carico di un familiare, oppure del Servizio sanitario nazionale, mentre solo una minoranza sceglie di pagare infermieri o badanti.

Più nel dettaglio, “quando si ha a che fare con problemi di non autosufficienza temporanea – riferiscono i ricercatori - il 50% degli italiani chiede o chiederebbe aiuto a qualche familiare o parente, il 28% usufruirebbe di servizi di assistenza a domicilio tramite il Servizio sanitario nazionale, mentre il 20% sarebbe disposto a pagare una badante o una infermiera rivolgendosi a servizi di assistenza privata”. Nel caso in cui invece la non autosufficienza sia cronica e richieda impegno costante e spesso conoscenze specifiche, la domiciliarità resta comunque l’opzione preferita dalle famiglie, visto che  “il 57% degli italiani opta lo stesso per soluzioni che permettono al malato di continuare ad essere circondato dai propri cari e dall’ambiente domestico”: di fronte alla cronicità, aumenta fino al 32% la percentuale di chi “preferisce una infermiera o una badante per una assistenza continuativa oppure optare per servizi di assistenza privati”.

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