25 novembre 2013 ore: 16:38
Non profit

Non autosufficienza, “rinnovare il welfare attraverso le persone”

È una delle proposte che arrivano dal Forum svoltosi a Bologna per reagire alla crisi che sta condizionando il mondo della non autosufficienza italiana
. Non autosufficienza. Mani di vecchietta

Non autosufficienza. Mani di vecchietta

BOLOGNA – “Il problema non è far ripartire la macchina dell’economia del decennio 1989-2008, in cui c’è stata espansione e l’Italia è comunque restata a guardare. Questa crisi ha un messaggio: tecno-economia e volontà di potenza convergono su abuso e ossessione del consumo, mentre quello che ci serve è produrre valore”. Lo ha detto Mauro Magatti dell’Università Cattolica Sacro Cuore ed editorialista del Corriere della Sera nel suo intervento al Forum per la Non Autosufficienza che si è svolto a Bologna il 20 e 21 novembre. “Il superamento della società dei consumi sta nella costruzione di un rapporto diverso tra valore economico e priorità, e questo vale anche nel settore del welfare e della non autosufficienza – ha proseguito Magatti – Non è una mera questione di soldi, ma di opportunità: il settore del welfare produce lavoro, non deve essere schiavizzato dal mercato ma rinnovato attraverso le persone”. Un operare del welfare produce valore, crea reddito, non è un peso per lo Stato, ha sottolineato il docente, “ecco l’obiettivo finale per non scomparire e reagire alla crisi”.

Dal Forum bolognese, che ha visto la partecipazione di oltre 700 persone e di 150 relatori arrivano proposte per combattere la crisi che sta condizionando il mondo della non autosufficienza italiana. “Le cifre che abbiamo a disposizione sono ferme al 2011 ma quel che balza agli occhi è che, per la prima volta, l’utenza di ogni singolo servizio è pari all’anno precedente o addirittura inferiore – ha detto il direttore di Welfare Oggi, Cristiano Gori, nel suo intervento di apertura della sessione plenaria – La realtà è che siamo in un momento di profondo mutamento, nel quale si passa da prospettive in varia misura positive a prospettive incerte. Tra 10 anni potremmo ritrovarci come negli Stati Uniti, dove viene assistito chi ha le possibilità economiche e gli altri vengono abbandonati, oppure più consapevoli e con un welfare rivisitato e più presente di adesso”. (lp)

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