5 novembre 2013 ore: 14:32
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Nuova social card: a Bari 1.240 domande, 1.100 le ammesse

Primo bilancio sulla sperimentazione della nuova Carta acquisti nel capoluogo pugliese. 140 le domande non accolte, mentre oltre il 50 per cento degli aventi diritto verrà seguito all'interno di un progetto che valuta l'impatto della misura
. Anziano fa la spesa. Mani che contano gli spiccioli

Anziano fa la spesa. Mani che contano gli spiccioli

BARI - Sono 1.240 le domande pervenute al Comune di Bari per la Nuova Social card. Di queste sono escluse, per insussistenza dei requisiti di accesso, 140 domande e dunque sono ammissibili 1.100 domande. E’ questo il primo bilancio fatto dal Comune del capoluogo pugliese rispetto alla nuova carta acquisti, mentre è in corso di definizione la fase istruttoria per il controllo delle verifiche anagrafiche sulle dichiarazioni effettuate dai nuclei familiari e la definizione dunque della graduatoria effettiva di assegnazione dei benefici economici. Le fasi successive prevedono poi uno step di controllo complessivo e non a campione, con l'acquisizione della documentazione per la presa in carico dei beneficiari da parte del Servizio sociale professionale. Dal Comune di Bari stimano che almeno il 50 per cento degli aventi diritto verrà seguito all'interno di un progetto complessivo che valuta, passo per passo, l'impatto che la misura ha in termini di efficacia e per l'evoluzione dello stato di indigenza.

"Vogliamo mutuare il modello del progetto “Pippi” del ministero - dice Franco Lacarrra dirigente comunale dei servizi sociali - utilizzando il gruppo di famiglie testato nella sperimentazione ministeriale. Pippi (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell'Istituzionalizzazione) è un progetto promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in partenariato con l'Università di Padova e con dieci delle città riservatarie ai sensi della legge n. 285/1997 (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Torino e Venezia). Tra i suoi punti di forza, ha proprio l'accompagnamento multidisciplinare delle famiglie seguite nel percorso di prevenzione.

"Il problema della social card, per come è organizzata - rincara Franco Lacarra - è che rischia di esaurirsi in un intervento tampone, come abbiamo più volte detto al Ministero, che non dà risoluzione alle povertà estreme perché esclude dal beneficio la povertà storica, cioè chi non è mai entrato nel circuito del lavoro o chi per anni ha lavorato in maniera irregolare, i cosiddetti lavoratori a nero che hanno perso anche quel lavoro. Peraltro - sottolinea ancora Lacarra - i beneficiari della social card sono già stati sostenuti dagli ammortizzatori sociali in deroga sia del governo, sia della Regione Puglia. Mentre c'è la fetta più importante della povertà cittadina che è del tutto esclusa da questi strumenti di sostegno. Con il passaggio delle competenze dal Governo centrale alle Regioni - conclude Lacarra - sarebbe davvero necessario un ripensamento delle politiche passive". (spa)

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