Nuova social card, Roma nel pantano. Un anno e mezzo senza graduatoria
ROMA - Che fine hanno fatto gli 11,7 milioni di euro per combattere la povertà assoluta a Roma? E’ da marzo scorso che non si sa più niente. Dopo le ultime notizie in merito alla sperimentazione della nuova social card (poi ribattezzata Sia, sostegno per l’inclusione attiva), la pubblicazione di una graduatoria provvisoria dei beneficiari sembrava prossima, ma da allora sono passati altri cinque mesi. Nonostante gli annunci da parte dell’attuale assessore alle politiche sociali, Francesca Danese, nella città più grande tra le 12 con più di 250 mila abitanti selezionate per la sperimentazione, quella con la maggior parte delle risorse messe a disposizione dal governo (un quinto dei 50 milioni stanziati per la sperimentazione), della nuova social card non si sa ancora nulla.
- La vicenda è complessa. L’apertura del bando per poter assegnare tra le 3 e le 4 mila nuove carte acquisti a Roma ha subito un brusco ritardo rispetto alle altre 11 città (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Venezia, Verona). Ma si è trattato di un escamotage studiato a tavolino. Mentre altrove il bando è stato aperto in piena estate 2013, con un conseguente flop di domande, al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si è ritenuto opportuno posticipare la partenza nella capitale per via delle allora imminenti elezioni comunali. È così che nella capitale, il bando è stato pubblicato nei primi mesi del 2014. Le domande potevano essere inviate dal 20 gennaio fino a fine febbraio. Ad annunciare il bando l’allora assessore alle politiche sociali di Roma, Rita Cutini, che durante la conferenza stampa di lancio auspicava l’arrivo delle card entro l’estate 2014. Intanto è passata anche l’estate 2015, in Campidoglio c’è un nuovo assessore alle politiche sociali, ma delle card non c’è traccia. Neanche il sito internet voluto per il lancio della sperimentazione a Roma funziona più: all’indirizzo www.socialcard.roma.it il server non risponde
È passato più di un anno e mezzo dalla chiusura del bando e oltre ad annunci disattesi, alle famiglie che hanno presentato domanda non è arrivata alcuna notizia. Quello che si sa e che abbiamo raccontato in anteprima su Redattore sociale è quel che è emerso dalle 8.266 domande raccolte dal Comune. Secondo i dati raccolti, il 70 per cento di chi ha presentato domanda non solo non risulterebbe in carico ai servizi, ma sembrerebbe essere totalmente sconosciuto dagli stessi. Una povertà assoluta inedita che, però, attende da ben 18 mesi una risposta sulla propria condizione e se potranno mai ricevere il sostegno economico promesso.
Per la nuova social card, però, non è stata facile neanche altrove. Il processo di raccolta e valutazione delle domande è stato lungo e laborioso anche nelle restanti 11 città, dove per arrivare ad una graduatoria definitiva ci è voluto poco meno di un anno, tra procedure complesse (con un doppio controllo tra comune e Inps), requisiti troppo stringenti e comuni poco pronti a procedure di questo tipo. Roma, però, ha superato ogni altro record di ritardo e a nulla è giovata l’esperienza maturata dagli altri comuni durante la raccolta e la gestione delle domande. Dall’assessorato alle Politiche sociali, però, non arrivano più notizie: dopo il falso allarme della scorsa primavera, ci si guarda bene dal diffondere notizie. Anche perché si tratta di una “patata bollente” che, a dirla tutta, nelle mani dell’attuale assessore Danese è finita a cose già fatte. Non resta che aspettare l’annuncio ufficiale. Tuttavia, c’è tempo per fare peggio. La graduatoria che il comune pubblicherà sarà provvisoria e i potenziali beneficiari esclusi potranno appellarsi con ricorso (in genere entro 14 giorni). Solo dopo gli eventuali controlli si arriverà ad un dato certo. Fino ad allora, però, visto i precedenti, è lecito aspettarsi sorprese. (ga)