26 agosto 2014 ore: 11:06
Immigrazione

Nuove rotte attraverso l'Africa. Ma solo il 15% dei migranti raggiunge il mare

Rapporto "Futuri contrabbandati". Le rotte percorse da chi fugge dalle persecuzioni in Africa toccano l'intera parte centro-settentrionale del continente africano. Solo in pochi ricompletano il viaggio: gli altri restano impigliati nelle reti dei trafficanti o senza soldi. E c'è chi per sanare i debiti accetta di trasportare droga
Mauro Prandelli Evros 8 - Algerini si coprono il volto

Algerini si coprono il volto per non farsi identificare. Pythio, con il rafforzamento dei controlli nel mar Mediterraneo, dopo la 'Primavera Araba' e il conflitto libico, molti nordafricani scelgono di arrivare in Europa attraversando la Turchia

MILANO - Le rotte della migrazione si evolvono. Lo racconta il rapporto Futuri contrabbandati della Global initiative, un network di associazioni e di esperti che studiano il crimine organizzato transnazionale. Tra loro anche l'italiana Cir onlus, che dà un contributo decisivo sulla situazione in Libia attraverso le parole del responsabile dei progetti nel Paese, Gino Barsella.

Ci sono tre vie percorse da terra che puntano ai porti nordafricani, libici in primo luogo, visto che gli sbarchi di provenienza dall'Egitto sono ridotti al lumicino. La prima segue il sentiero occidentale e interessa soprattutto Mali, Senegal e Gambia. Il sentiero nel Sahel s'incrocia con il corridoio centrale, imboccato da chi proviene da Nigeria, Ghana e Niger. L'ultimo sentiero, quello orientale, è percorso dai migranti del Corno d'Africa, che arrivano soprattutto da Eritrea, Etiopia, Sudan del Sud e Darfur. In generale, solo il 10-15% di chi ci prova, però, riesce a completare questo viaggio, che può durare anche anni. Gli altri, restano impigliati nelle reti dei trafficanti, o restano senza soldi a metà della traversata.

box Agadez, la città-snodo della rotta occidentale. Agadez è la città snodo della rotta occidentale. Si trova in Niger, a più di 700 chilometri dalla capitale Niamey. È l'ultima città prima del deserto. In città si è registrato un forte aumento della presenza degli africani occidentali: già ad agosto 2013 ce n'erano più di 5 mila. Metà dei migranti che arriva poi a Lampedusa, compresi gli ultimi, racconta di essere passata da questo punto di transito. Ormai in città si contano diverse "case di transito" definite "ghetti" nel rapporto di Global Initiative, dove possono vivere fino 500 migranti per volta. Da Agadez, con qualche centinaio di dollari, si raggiungono le città interne della Libia, Ghatron (200 dollari), Murzik (250 dollari) e Sebha (300 dollari). A gestire il traffico è il gruppo etnico dei Tabu, i neri di Libia, discriminati dalla maggioranza araba (più ricca) che vive sulla costa.
Da qui posi cerca qualche altro intermediario per raggiungere le coste e pagare l'ultima somma per la traversata del mare: 4 mila dollari circa. L'economia criminale è tanto preponderante ad Agadez da far dire ad un diplomatico estero (anonimo) che "lo smantellamento della rete degli intermediari creerebbe forti pressioni sull'economia regionale di Agadez", si legge in Futuri contrabbandati.

Attraverso il Burkina Faso. Chi passa dal corridoio centrale, fa sempre tappa in Burkina Faso. In particolare per nigeriani, ghanesi e ivoriani è la tappa obbligata per il viaggio verso la Libia. A Ouagadougou, la capitale burkinabé, è molto forte la presenza della mafia nigeriana, che gestisce i traffici delle vittime di tratta, che a differenza dei migranti sono costretti ad andare in Europa contro la propria volontà. Ma la differenza tra le migrante e vittima, sottolinea il rapporto, si sta sempre più assottigliando, visti che a controllare gli spostamenti sono sempre le stesse reti criminali. 
Il Burkina Faso per 3.200 chilometri di frontiere con sei differenti Paesi ha solo 300 funzionari e un personale non preparato per poter gestire un passaggio di decine di migliaia di persone al giorno (si stima almeno 2.800 dal Mali e almeno mille dal Ghana, per fare due esempi). Il controllo della rete dei traffici è in mano soprattutto ai Bissa, il gruppo etnico dominante nell'area centro-meridionale. Chi vuole evitarsi il mare, per 6-10 mila dollari può ottenere da questi trafficanti un documento falso e un biglietto aereo. I migranti che non hanno soldi a sufficienza, possono contrarre un debito con i loro trafficanti, da saldare una volta raggiunta la destinazione. Solo che i migranti diventano così vittime di estorsione e di ricatti. A volte, per sanare immediatamente il debito, accettano anche di trasportare droga.

Al mercato nero dei migranti. Il punto di partenza per chi vuole lasciare il Sudan si chiama Omdurman, la città che guarda la capitale Khartoum dalla sponda opposta del Nilo Bianco, una delle due biforcazioni del grande fiume africano. Al mercato cittadino si trovano i contrabbandieri che portano i migranti a Al Kufra, l'hub libico da cui posi si raggiunge Tripoli, il porto da cui si va in direzione Lampedusa. Altra tappa obbligata è l'Egitto, dove i migranti pagano i wasit (intermediari) per ottenere le informazioni e i passaggi per la Libia. Prima di prendere il mare, i migranti vengono ammassati in cittadine di campagna (come Zlitan e Zuwarrah) collegate con la costa attraverso dei bus senza sedili, in cui salgono fino a 50-60 persone per volta. Ai migranti, i giorni prima di salpare, vengono mostrate delle imbarcazioni che spesso sono in condizioni migliori rispetto a quelle con cui affronteranno il mare. L'esito del viaggio ce lo ricordano le tristi cronache che ogni giorno arrivano dalle coste dell'Italia meridionale. (lb)

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