Nuovo Isee, Anffas: il governo lo trasformi in strumento di equità
ROMA – “Un impegno istituzionale serio e concreto, per rendere finalmente equo per tutti il nuovo Isee”: la richiesta arriva dall’Anffas, al termine dell’assemblea nazionale dell’associazione che si è svolta nei giorni scorsi. Assemblea che ha prodotto e approvato una mozione dedicata proprio alla complessa vicenda della riforma dell’Isee che – spiega Anffas – “tocca da vicino i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, in particolare in relazione all’accesso ed alla compartecipazione al costo delle prestazioni sociali agevolate”. Un tema “essenziale”, secondo Anffas, tanto più che “è ormai dimostrato come le persone con disabilità e le loro famiglie siamo maggiormente esposte a povertà ed impoverimento rispetto agli altri cittadini”.
I nodi critici. Tra le criticità del nuovo strumento, c’è per Anfas “il computo di particolari redditi esenti da tassazione, con il conseguente azzeramento della loro funzione di riallineamento di certe categorie di persone con disagio”, oltre al fatto “di considerare i valori Isee come elemento per limitare l’accesso alla prestazione”. Peraltro, riferisce l’associazione, “si iniziano a registrare le prime decisioni applicative del nuovo Isee da parte di Regioni e Comuni; decisioni che evidenziano abnormi distanze tra un regolamento e l’altro”. Infine, ma non meno importante, c’è il “caos sociale e giuridico” provocato dalle sentenze del Tar del Lazio che, “dichiarando illegittimi alcuni importanti elementi della norma, hanno di fatto reso inapplicabile la riforma”.
Le richieste. Anffas riassume quindi in due punti le richieste rivolte al governo: primo, dare seguito alle sentenze del Tar, “provvedendo altresì a non impugnare le stesse ed a disciplinare tutte le situazioni (calcoli per eventuali compartecipazioni al costo per servizi di nuova attivazione, ecc..) che, dalla pubblicazione delle ridette sentenze, si sono create e si continueranno a creare a danno delle persone con disabilità e dei loro familiari”; secondo, intervenire, insieme al parlamento, su nuovo Isee, eliminando “la considerazione che l’Isee sia anche utilizzato come criterio per inibire l’ accesso alle prestazioni in relazione al superamento di certi suoi livelli”, escludendo dal calcolo i “redditi esenti” e superando, per le persone con disabilità, “la differenziazione tra adulti e minori di età, in relazione all’accesso alle prestazioni socio-sanitarie”.
Infine, Anffas annuncia la propria ferma volontà di procedere ad un monitoraggio sulle scelte che assumeranno le Regioni e i Comuni, “al fine di vigilare e intervenire per la tutela dei diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie”. Come dichiara il presidente Roberto Speziale, “auspichiamo che il nostro Governo ed il nostro Parlamento si assumano concretamente la responsabilità di assicurare che l’Isee rappresenti uno strumento per garantire equità e non invece, ancora una volta, un veicolo di diseguaglianze e discriminazioni. “È essenziale” – conclude Speziale – “che ciò avvenga al più presto. I nostri diritti non possono più attendere!”.