Ogni 4 secondi un nuovo profugo: Ue e Oxfam lanciano "You save lives"
Campagna Ue e Oxfam #rendilivisibili
ROMA - Scappano da guerre, paura e violenza. Abbandonano tutto per cercare un futuro migliore o, almeno, per sperare di sopravvivere. E il loro numero cresce, di giorno in giorno. Ogni 4 secondi, una persona è costretta a fuggire dalla propria casa (oltre 20 mila al giorno) e sono 51 milioni i profughi e sfollati che, oggi, nel 2015, vagano nel mondo senza meta e senza dimora.
A denunciarlo è Oxfam che lancia, insieme all'Unione europea, una campagna denominata “You save lives”, accompagnata dall'hashtag #rendilivisibili, per fare il punto sulle tre principali crisi umanitarie del momento che si consumano in Siria, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana. Nella campagna rientrano il nuovo rapporto 'I paesi degli invisibili: 51 milioni di persone in fuga dai conflitti', e una piattaforma digitale che raccoglierà storie e testimonianze di chi è dovuto partire dalla propria terra alla disperata ricerca di un rifugio. Donne, uomini, vecchi e bambini costretti a salvarsi la vita nella disperazione della fuga, privi di ripari, coperte, vestiti, cibo e acqua, come di sicurezza e protezione, di lavoro, istruzione e denaro per sopravvivere. Tutti senza un presente e a maggior ragione senza un futuro.
Dati allarmanti. Secondo Oxfam, il quadro che emerge contando tutti insieme gli oltre 51,2 milioni di profughi nel mondo è quello di una nazione sterminata, la 26° per popolazione, tra Sud Africa e Corea del Sud. Sono più di quanti ne abbia generati la Seconda guerra mondiale e tra questi, 33,3 milioni sono sfollati all’interno del loro stesso paese, 16,7 milioni sono rifugiati all’estero, 1,2 milioni aspettano di ricevere asilo. Numeri che racchiudono in uno spaventoso niente le vite di milioni di uomini, donne, bambini costretti a lasciarsi tutto alle spalle a causa di guerre e violenze a cui non hanno contribuito ad alcun titolo.
"L'Europa non può rimanere indifferente di fronte all’immane tragedia che questo esodo dei nostri tempi rappresenta – ha detto Riccardo Sansone, responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia – In Siria, da quando la guerra civile è iniziata 4 anni fa, si contano 11,4 milioni di profughi, vale a dire metà della popolazione; in Sud Sudan, uno dei paesi più poveri del mondo, in poco più di un anno di conflitti, siamo già a 2 milioni; mentre la guerra in Repubblica Centrafricana ne ha provocati 860.000. You save lives si propone di informare i cittadini europei, aggiungendo ai numeri la vita vera di queste genti: ‘rendere visibili’ i bisogni di chi non ha più niente, la fragilità di un quotidiano privo di normalità e prospettive, la disperazione che spinge molti di loro ad attraversare il Mediterraneo in cerca di un futuro nel nostro continente".
Secondo l'organizzazione umanitaria esiste una ragione in più per informare i cittadini europei su un tema delicato come questo. Sono loro, infatti, la fonte principale degli aiuti che l’Europa invia ai rifugiati. Due esempi: nel 2013 la Commissione Europea ha destinato quasi 550 milioni di euro al sostegno di rifugiati e profughi in 33 Paesi. A tale sforzo si aggiunge il contributo di organizzazioni come Oxfam, che integrano i fondi pubblici con denaro proveniente da privati e aziende.
"Purtroppo il numero di rifugiati e profughi continuerà a crescere ogni giorno, se non si pone fine alla violenza. – ha concluso Sansone - È essenziale pervenire a una soluzione politica dei conflitti che sia sostenibile e inclusiva. Tuttavia, anche se questi conflitti terminassero domani, il livello dell’emergenza umanitaria resterebbe altissimo, e continuerebbe a necessitare di sostegno per molti anni ancora".
Siria: un esodo dimenticato. Nel paese del Vicino Oriente la situazione umanitaria si fa sempre più drammatica: secondo Oxfam finora sono state oltre 200.000 le vittime del conflitto e più di 11 milioni le persone costrette ad abbandonare le proprie case. Tra loro si contano 7,6 milioni di sfollati interni, di cui la metà bambini, con quasi 4 milioni di siriani costretti a rifugiarsi nei paesi vicini o a tentare la fortuna attraverso i viaggi della speranza diretti verso l’Italia e Europa. Un dramma che sta avendo conseguenze catastrofiche per la popolazione: 12,2 milioni di siriani hanno bisogno di aiuto per sopravvivere, mentre 6,3 milioni di persone hanno enormi difficoltà di accesso al cibo, a causa delle crescita esponenziale dei prezzi dei generi alimentari
Sud Sudan: cifre drammatiche nel paese più giovane del mondo. Dall'indipendenza del luglio 2011, il Sud Sudan ha conosciuto solo brevissimi periodi di pace. Nel dicembre 2013, il paese più giovane del mondo è infatti diventato lo scenario di un drammatico conflitto etnico e religioso che ha fortemente limitato l’accesso al cibo per 2,5 milioni di persone, di cui 235.000 bambini, con un terzo della popolazione, circa 6 milioni di persone, che adesso necessitano di aiuti per sopravvivere.