Oltre 200 i morti in mare. Ue: Triton non basta senza l’aiuto degli stati
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BRUXELLES - Cresce terribilmente il numero dei morti causati dal naufragio di due giorni fa davanti alle coste libiche. E se la Commissione europea fino a ieri confermava solo il numero di 29 morti, è stata quest'oggi la portavoce della'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Carlotta Sami, a precisare la portata della sciagura. L'Alto commissariato ha infatti raccolto le testimonianze di nove superstiti raccolti da un mercantile italiano e arrivati a Lampedusa su una motovedetta della Guardia Costiera. E i superstiti hanno parlato di tre gommoni: sul primo c'erano i migranti morti assiderati ( i 29 citati ieri) e i 76 superstiti recuperati; gli altri due (in cui sarebbero invece stati presenti più di 210 persone) sarebbero stati travolti dalle onde, provocando la morte della stragrande maggioranza di chi si trovava a bordo.
"Ogni vita persa è una di troppo. È in corso un dramma e la nostra lotta contro i trafficanti continua in modo costante e coordinato. Si deve fare di più". È stata questa la reazione a caldo del Commissario europeo per l'immigrazione, gli affari interni e la cittadinanza, Dimitris Avramopoulos, dopo l'ennesima tragedia di migranti morti in mare nel Canale di Sicilia, a largo di Lampedusa. Pioggia, grandine, mare a forza 8 e vento superiore a 120 km all'ora, ha reso noto Frontex. "Un plauso va alle autorità italiane per aver salvato vite ieri e anche in passato".
- Per quanto anche ieri l'Ue abbia sottolineato che la migrazione "rientra tra le 10 priorità in cima alla lista di questa Commissione", e il presidente Juncker ne ha fatto una bandiera durante la campagna elettorale, non è stata ancora presentata una agenda europea per il 2015.
"Con Triton - ha indicato Bertaud - da novembre a oggi circa 19 mila persone sono state salvate e un terzo di queste, circa 6 mila, sono state messe in salvo con il contributo di Frontex. Triton non solleva gli Stati Membri dalla responsabilità di controllare le frontiere esterne dell'Ue sul mare e vuole sostenere lo sforzo italiano, non sostituirlo. Triton non rimpiazza neanche il programma che era in funzione prima, Mare Nostrum".
Insomma, per i vertici dell'Unione Europea, l'operazione Triton da sola non basta senza l’aiuto degli stati membri.
"È la tragedia col più alto numero di vittime dall'inizio dell'anno al largo delle coste italiane", ha indicato l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. E il Il direttore esecutivo dell'Agenzia Frontex, Fabrice Leggeri, ha sottolineato che "il fatto di vedere tanti migranti stipati su una piccola barca di gomma in condizioni atmosferiche pessime dimostra una crescente spietatezza dei trafficanti".
"Dall’inizio del 2015 sono 3815 i migranti sbarcati sulle coste italiane, 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2014 - hanno aggiunto europarlamentari PD, Patrizia Toia, Cécile Kyenge, Elly Schlein e Silvia Costa -. Sono aumentate le vittime e abbiamo denunciato sin dall'inizio l'inadeguatezza dell'operazione Triton che non ha mezzi sufficienti, né un chiaro mandato di "Ricerca e Soccorso", e che può spingersi solo fino a 30 miglia dalle acque territoriali italiane, contro le 172 di Mare Nostrum".
Dello stesso avviso il presidente del gruppo parlamentare dei socialdemocratici Gianni Pittella (Pd). "I governi europei devono convincersi che non si può fare accoglienza e soccorso senza uomini e mezzi adeguati: è una vergogna che non siano capaci o non vogliano fare di più. Sin dall'inizio - ha concluso Pittella - Triton non aveva risorse sufficienti. È un problema grave che ancora non ci sia il necessario impegno finanziario".