29 gennaio 2015 ore: 15:06
Famiglia

Oltre 28 mila minori allontanati dalle famiglie. Ecco #5buoneragioni per accogliere

I dati (31 dicembre 2019) resi noti dalla campagna "#5buoneragioni per accogliere i bambini che vanno protetti". Conferenza stampa in diversi città per dare "i numeri esatti del fenomeno": metà in comunità (1 su 3 è straniero) e metà in affido. Critiche alla trasmissione di Rai Tre "Presa diretta"
Welfare, minori, bambino e barchette di carta colorate

MILANO - Sono 28.449 i minori in Italia allontanati dalle loro famiglie: 14.255 vivono in comunità mentre 14.194 sono in affido familiare. Uno su quattro è stato tolto ai genitori con "misura urgente di protezione" disposta dal sindaco, per "grave pregiudizio, maltrattamento conclamato o abbandono". I dati sono del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, aggiornati al 31 dicembre 2012. E oggi sono stati resi noti nell'ambito della campagna "#5buoneragioni per accogliere i bambini che vanno protetti", promossa da sei organismi di coordinamento di associazioni ed enti che si occupano di minori. Hanno infatti organizzato conferenze stampa in sei città (Milano, Torino, Bologna, Napoli, Bari e Palermo). Una campagna nata nel luglio scorso e che ha già toccato Roma, Trento e si concluderà in marzo a Firenze. Ma oggi le conferenze stampa sono servite anche per contestare la trasmissione di Rai Tre "Presa diretta".

"Vogliamo dare i numeri esatti del fenomeno - ha spiegato Liviana Marelli, presidente del Cnca Lombardia - perché tutti possano farsene un'idea corretta e chiara". Quattro i motivi principali di allontanamento dalla famiglia (dati del 2010): il 37% dei casi per l'"inadeguatezza genitoriale" (incapacità grave di rispondere ai bisogni dei figli), il 12% per maltrattamento, incuria, abuso sessuale o violenza, il 9% per problemi di dipendenza di uno o entrambi i genitori e l'8% per problemi gravi di relazione all'interno della famiglia. Il 37% delle famiglia ha anche problemi di natura economica, ma non è mai il motivo per cui i figli sono stati messi in comunità.

I 14.255 minori in comunità sono per il 59% maschi. La maggioranza (il 67,7%) ha un'età tra gli 11 e i 17 anni, il 17,3% tra i 6 e i 10 anni e il 14,3% da 0 a 5 anni (anche se in quest'ultimo dato ci sono anche quei bambini in comunità insieme alla mamma). Il 55% dei minori rimane in comunità meno di un anno, il 19% da uno a due anni, il 16% da due a quattro anni e il 10% quattro anni."Siamo i primi a sostenere che questi bambini più piccoli dovrebbero vivere prevalentemente in ambiti familiari attraverso l'affido -aggiunge Liviana Marelli-. Certo c'è ancora molto da fare, ma non si può fare una contrapposizione tra comunità e affido, non ha senso. L'unica cosa che conta è l'interesse del bambino e i suoi diritti".

Un minore su tre che vive in comunità è straniero e tra questi la metà è un "non accompagnato", ossia è arrivato in Italia già senza i genitori. Nelle comunità vivono poi 1.094 neomaggiorenni "in proseguo amministrativo": vale a dire sono in una fase in cui vengono gradualmente educati a vivere in maniera autonoma. Ci sono poi 2.038 minorenni che sono finiti in comunità perché hanno commesso reati (753 sono stranieri). Rispetto ad altri Paesi europei, l'Italia è quello che ha meno minori (2,8 per mille) fuori dalla famiglia: in Francia sono il 9 per mille, in Germania l'8 per mille, nel Regno Unito il 6 per mille e in Spagna il 4 per mille. La campagna #5buoneragioni è promossa da Agevolando, Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l'abuso all'infanzia (Cismai), il Coordinamento nazionale delle comunità d'accoglienza (Cnca), il Coordinamento nazionale comunità per minori (Cncm), Progetto Famiglia e Sos Villaggio dei bambini. (dp)   

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