18 giugno 2016 ore: 15:04
Immigrazione

Oltre 7 mila migranti sono già transitati nell'hotspot di Trapani

Ieri lo sbarco di 441 africani. Molti minori stranieri non accompagnati, una bimba nata da una giovane eritrea ed un bambino di 3 anni accolto in casa famiglia. Il prefetto Falco: "Il sistema regge. Gli unici rallentamenti sono dovuti alla presenza dei minori e delle nazionalità che avrebbero diritto al rilocation".
Hotspots. Recinzione con migranti in attesa

TRAPANI - Oltre 7 mila i migranti transitati nell'hotspot trapanese di Milo. 6549  sono infatti i migranti transitati nell'ampia struttura, dal 22 dicembre al 16 giugno, a cui si aggiungono gli ultimi 441 arrivati ieri mattina a bordo della nave olandese “Van Amstel”. Tra di loro, prevalentemente dell'africa subsahariana (Sudan, Eritrea, Egitto, Camerun, Etiopia) 297 uomini, 60 donne, quasi 100 minori e una donna eritrea che ha dato alla luce una bambina. E' arrivato pure un bambino di tre anni senza genitori per cui è stata trovata subito una sistemazione in casa famiglia. I minori sono circa 100 ma le identificazioni sono ancora in corso dentro l'hotspot ed il numero potrebbe variare. Per 25 minori stranieri è già stato trovato il posto in alcune comunità. Una decina sarebbero, invece, i presunti scafisti di origine egiziana. Tutti i migranti adulti giunti finora nel porto di trapani nel 2016, poiché i cas della provincia con una capienza complessiva di 1980 posti sono quasi tutti al completo,  prevalentemente, vengono distribuiti in altri centri di accoglienza italiani.

BOX Dentro l'hotspot il sistema organizzativo, ormai collaudato, sta reggendo. Buone sono le operazioni di accoglienza, identificazioni e foto-segnalamento che generalmente si concludono nel giro massimo di 3 giorni. Gli unici possibili ingolfamenti e rallentamenti del sistema, come conferma il prefetto Leopoldo Falco, posso essere dovuti soltanto dalla presenza di minori e di migranti (eritrei in prevalenza con qualche siriano) per le quali è previsto una rilocation europea che per il momento è ferma. 1313 sono stati gli eritrei finora identificati e transitati in hotspot.

"Dentro l'hotspot tutto procede con regolarità - afferma il prefetto Leopoldo Falco -. Ognuno fa il proprio lavoro: le organizzazioni internazionali per l'informativa e la polizia per i foto-segnalamenti. Stiamo cercando di rispondere nel migliore dei modi a quelle che sono le richieste europee. Siamo in grado finora di garantire buoni ritmi. La polizia effettua circa da150 a 170 foto-segnalamenti al giorno con 5 postazioni che presto diventeranno sei. In linea di massima 500 persone in tre giorni siamo in grado già di distribuirle nei centri d accoglienza".

"In questo momento i problemi che possono fare evidenziare alcuni rallentamenti del sistema - continua il prefetto - sono soltanto legati alla presenza dei minori non accompagnati e alla identificazione degli eritrei o siriani per cui è prevista una rilocation che è ferma. Certamente per i minori stranieri non accompagnati bisogna trovare, in tempi che non sempre sono brevissimi, una idonea sistemazione in un momento in cui i centri dedicati sono tutti saturi. Per quanto riguarda, invece, le nazionalità (eritra e siriana) una volta identificati se non ci sono posti nei pochi hub italiani nasce la difficoltà di dove accoglierli. Gli attuali hub sono, infatti, tutti pieni poiché non essendosi attivata pienamente la rilocation europea i migranti stanno avendo una permanenza molto più lunga del previsto".

Inoltre l'hotspot di Milo (Tp), rispetto agli altri due di Pozzallo (Rg) e Lampedusa (Ag), da quando ha aperto i battenti, si continua a confermare una sorta di vetrina internazionale. Nonostante, infatti, sia ancora vietato l'accesso ai giornalisti, circa 15 sono state le visite delle delegazioni internazionali di molti paesi europei. La settimana prossima è in programma anche la visita di una delegazione belga e dell'ambasciatore polacco. (set)

 

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