25 maggio 2016 ore: 18:06
Immigrazione

Oltre mille migranti sbarcati a Palermo: si attiva la rete dell'accoglienza

Erano a bordo di otto imbarcazioni diverse: sono tutti originari dell'Africa sub-sahariana (Senegal, Mali, Costa d'Avorio, Guinea, Gambia, Nigeria). Secondo le prime stime ufficiali i minori soli sarebbero 262. Appello per i beni di prima necessità
Sbarco a Palermo di 1052 migranti (25 maggio 2016) 1
Alcune immagini dello sbarco di oggi a Palermo
Sbarco a Palermo di 1052 migranti (25 maggio 2016) 1

PALERMO – 1052 migranti salvati a largo della Libia da 8 imbarcazioni diverse sono arrivati poche ore fa con la nave Dattilo della guardia costiera al molo Puntone del porto di Palermo. I profughi sono tutti originari dell'Africa sub-sahariana (Senegal, Mali, Costa d'Avorio, Guinea, Gambia, Nigeria) e tra di loro c'è un giovane con una ferita da arma da fuoco. Tra i migranti ci sono 701 adulti e 83 donne.  Tanti  sono i minori stranieri non accompagnati che secondo le prime stime ufficiali sarebbero 262. 50 di questi li ospiterà la Caritas di Palermo mentre 80 dovrebbero andare in un centro di Palermo. Degli altri ancora non si sanno le destinazioni perchè per il momento tutte le strutture sono sature. Tra gli adulti, 250 verranno trasferiti nell'hotspot di Milo a Trapani mentre gli altri andranno in altre parti l'Italia. 

I migranti sono scesi dalla nave stremati. silenziosamente e con grande dignità. A scendere per prime sono state le donne, quasi tutte senza scarpe e in condizioni di notevole stanchezza fisica. A tutti è stati distribuito dai volontari della Caritas il kit degli indumenti, le scarpe e il cestino del cibo. Ad assisterli i medici dell'Asp di Palermo (59 medici, 3 psicologi e 9 mediatori culturali), i volontari della Croce Rossa, della Caritas Diocesana e della protezione civile. Il coordinamento di tutte le operazioni di assistenza è come sempre stato affidato alla prefettura di Palermo. 

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“E' uno sbarco numeroso di migranti – sottolinea il prefetto Antonella De Miro -. Tra questi abbiamo molti minori non accompagnati e tre infanti. Mettiamo ogni volta in campo una grossa organizzazione, composta da varie realtà, ognuna delle quali, preposta a rispondere con le sue competenze specifiche. Tutte le forze, infatti, sono impegnate a garantire la massima dignità ai migranti in condizioni di massima sicurezza. I migranti verranno quasi tutti trasferiti in altre parti della regione e d'Italia. L'Italia continua a fare la sua parte sia in termini di prima assistenza che di accoglienza e questo ci viene riconosciuto anche da tutti gli ambasciatori dei diversi paesi europei che incontriamo”. 

“Abbiamo espletato in due giorni otto eventi di soccorso  - racconta il comandante Alessio Morelli – a largo delle coste libiche. Le condizioni dei profughi sono buone tranne qualche piccolo caso particolare. Ci sono due donne in gravidanza e molti minori. Il fatto che ci siano molti minori non è una situazione nuova”. Il nodo grosso rimane, infatti, quello dei minori stranieri il cui numero cresce e la cui destinazione non è facile da individuare in tempi brevi.

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“Ci sono pochissimi posti ed è un lavoro senza fine perchè i numeri sono grossi – conferma Agnese Ciulla, assessore comunale alle Attività sociali –.  La nostra interlocuzione prioritaria sarà con il ministero affinchè l'accoglienza venga distribuita in Italia in realtà che possano essere qualitativamente idonee”. A carico del Comune ci sono già 400 minori non accompagnati e i numeri sono destinati a crescere. “C’è bisogno di tutto – continua la Ciulla – Le associazioni che se ne occupano fanno del loro meglio, ma chiediamo a tutti di farsi avanti con abiti per ragazzi e ragazze e tutto il resto”.

“La presenza continua dei minori - afferma Adham Daraswa presidente della Consulta delle culture – è una sfida vera e propria per tutte le istituzioni che vi devono rispondere. Bisogna capire che i minori sono una risorsa per il nostro Paese perchè se verranno messi in condizioni di crescere culturalmente con la scuola e con altre forme di sostegno diventeranno cittadini produttivi per la nostra città. Bisogna lavorare per accorciare tutti i tempi per l'affidamento e per il diritto d'asilo. Non si può aspettare il compimento dei 18 anni per poi a questi giovani non dare nulla. Si tratta di risorse umane importanti di cui l'Italia deve prendere coscienza una volta e per tutte”. Tra i volontari coordinati da tre operatori della Caritas c'erano 5 ragazzi del servizio civile e 4 di Emmaus Palermo.

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“Al di là del panino e delle scarpe, il nostro compito principale  - spiega la psicologa Anna Cullotta coordinatrice della Caritas – è dare un primo calore di accoglienza anche con un sorriso e una pacca sulla spalla a tutti coloro che arrivano. C'è poi un aumento dei minori e come Caritas, essendo questi in una situazione di maggiore fragilità, ce ne facciamo pieno carico. Da noi verranno ospitati da un periodo minimo di una settimana fino ad un mese il tempo necessario a trovare altre comunità più idonee a rispondere ai loro bisogni”.

“Dopo questo momento in cui è importante dare la prima assistenza – afferma Alessandra Sciurba attivista del Forum antirazzista di Palermo, ricercatrice universitaria e oggi volontaria al porto per Emmaus Palermo – occorre capire e fare luce anche sul dopo sbarco. Oggi pare che non ci siano magrebini quindi probabilmente non assisteremo a quelle modalità discriminatorie di selezione in cui questi sono automaticamente esclusi dal circuito dell'accoglienza. Noi abbiamo una sede legale per i diritti umani in città e purtroppo anche per molti africani sappiamo  che le maglie del diritto d'asilo sono diventate sempre più strette e già pensiamo a tutto il lavoro che ci sarà dopo per cercare di garantire a queste persone nel loro delicato percorso un minimo di tutela giuridica e dei diritti umani”. (set) 

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