3 febbraio 2014 ore: 15:57
Società

Omofobia, la regione Marche attiva i centri di ascolto

Delibera approvata dalla giunta regionale. Il servizio nascerà nell'ambito dei cinque centri antiviolenza di ciascuna provincia. L'assessore alle Pari opportunità Giorgi: "L’uguaglianza e il rispetto dei diritti rappresentano ancora un’emergenza nel nostro paese"
Omofobia. Lgbt simboli

ANCONA - La regione Marche attiva i centri di ascolto contro l’omofobia. Nasce dalla volontà di dare risposte alle vittime di atteggiamenti e comportamenti discriminanti la delibera approvata dalla giunta regionale e presentata dall’assessore alle Pari opportunità, Paola Giorgi. Si tratta di modalità “per l’attivazione di centri d’ascolto – spiega Giorgi – al fine di prevenire e contrastare il disagio determinato dalla discriminazione per l’orientamento sessuale”. La regione, spiega l’assessore, vuole mettere in atto azioni concrete  per favorire il pieno sviluppo della persona e l’uguaglianza tra cittadini. Ha precisato che i centri d’ascolto sono luoghi idonee per offrire un servizio utile a superare i problemi legati alle condizioni di discriminazione fondate sull’orientamento sessuale e sulla identità di genere. Il servizio nasce da una iniziativa legislativa di cui la stessa Giorgi si era fatta promotrice e prima firmataria e oggi viene concretizzata perché, come ricorda l'assessore “l’uguaglianza e il rispetto dei diritti rappresentano ancora un’emergenza nel nostro paese che necessita di azioni concrete in grado di fare la differenza”.

Il sevizio sarà offerto dalla figura di un professionista, scelta attraverso apposita selezione, che sarà operativa nei cinque centri d’ascolto contro l’omofobia, ospitati nei centri antiviolenza (Cav) delle province di Ancona, Fermo, Macerata, Pesaro e Ascoli Piceno. L’attività consiste nel servizio di consulenza e supporto psicologico, colloqui, individuazione di percorsi personalizzati di uscita dal disagio e dalla discriminazione per favorire nuovi progetti di vita e di autonomia. Il candidato selezionato dovrà predisporre una relazione sull’attività svolta, ogni sei mesi, da presentare alla struttura regionale delle Pari opportunità. I centri antiviolenza, sono cinque, uno per provincia e sono i luoghi deputati a garantire ospitalità, protezione e soccorso alle vittime di abusi, indipendentemente dalla loro cittadinanza e attraverso la specifica formazione di operatori. Sono a disposizione, a titolo gratuito, di tutte le donne italiane o straniere, vittime di violenza e maltrattamenti fisici e psicologici, stupri e abusi sessuali. Gli esperti offrono servizi di supporto psicologico, consulenze legali, attivazione di interventi di rete o d'emergenza.

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