On line 3 mila e-book accessibili per i lettori non vedenti
Intanto la fase operativa si sta sviluppando su diversi fronti, spiegano i promotori: si continua a tenere puntata l’attenzione sull’evoluzione tecnologica nella filiera editoriale e si sta sviluppando l’infrastruttura tecnologica necessaria per l’implementazione dei servizi previsti dal progetto, con la collaborazione di Medra (l'agenzia europea di registrazione del Doi, Digital Object Identifier, lo standard che consente l'identificazione persistente di qualunque forma di proprietà intellettuale in una rete digitale) e Cefriel (Centro di eccellenza per l’innovazione, la ricerca e la formazione nel settore dell’information & communication technology). Si arriverà a fornire agli editori il bollino Lia che certifica l’accessibilità degli ebook e si faranno accordi con le altre librerie on line. Nel frattempo, Lia sta fornendo a tutti gli editori interessati ad aderire al progetto la formazione e il supporto necessari per la creazione di ebook che siano anche accessibili, e parallelamente è in corso di definizione una serie di attività di formazione e informazione con l'Unione italiana ciechi e ipovedenti: queste saranno rivolte alle persone non vedenti e ipovedenti, ai loro familiari, agli operatori, agli insegnanti di sostegno e ai tutor. “Tali attività - viene spiegato dai promotori - avranno come obiettivo principale quello di fornire informazioni, man mano aggiornate, utili per conoscere e approfondire le potenzialità loro offerte in termini di accessibilità dalle tecnologie digitali, dagli ebook e dai nuovi strumenti di lettura quali ereader, tablet, smartphone e software di lettura”.
Una fetta di mercato, anche, tutta in espansione grazie allo sviluppo progressivo delle tecnologie. Scrive a questo proposito il giornalista, e persona disabile, Franco Bomprezzi sul suo blog “Invisibili”: “Le persone non vedenti, dicono le statistiche, divorano molti più libri, ogni anno, di chi ci vede bene: nove libri in media ogni anno, contro i tre di tutti noi. E la diffusione esponenziale dei tablet e degli smartphone ha ulteriormente modificato le abitudini e le possibilità di lettura e di consultazione di testi di ogni genere. (…) 362 mila non vedenti e un milione e mezzo di ipovedenti: sono cifre che rendono anche l’idea di un potenziale mercato, che per l’editoria in difficoltà potrebbe rivelarsi ben più interessante di tante altre nicchie. La disabilità, in fin dei conti, può e deve legittimamente essere anche una opportunità e non solo un’opera a fin di bene”. (ep)