13 maggio 2017 ore: 12:07
Immigrazione

Ong, appello contro campagna denigratoria. “Noi dalla parte di chi salva vite umane”

Arci, Caritas italiana, Asgi, Acli e Amnesty International Italia lanciano un appello dal Festival Sabir in corso a Siracusa. “A essere messo sotto attacco è lo stesso concetto di solidarietà, che da motivo di orgoglio è diventato oggetto di sospetto”
Migranti. Soccorso in mare della nave SOS Mediterranee

box ROMA - “Chiediamo a tutte le persone e le organizzazioni che credono nella solidarietà e nei diritti, di schierarsi, come noi abbiamo scelto di fare con convinzione, a fianco di chi salva le vite umane, di chi svolge attività di solidarietà, di chi si batte per affermare i diritti umani per tutti”. E’ questo l’appello lanciato da Arci, Caritas italiana, Asgi, Acli e Amnesty International Italia in occasione del Festival Sabir, il festival diffuso delle culture mediterranee in corso a Siracusa. L’appello congiunto arriva in risposta alla “campagna di diffamazione contro le ong” scatenata dalle dichiarazioni del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, rimbalzata tra social e esponenti del mondo politico. Una campagna che “ha travolto tutte le organizzazioni che svolgono iniziative di solidarietà e tutela dei diritti umani”. “Invece di dare priorità alle attività di ricerca e soccorso per prevenire la morte di migliaia di uomini, donne e bambine che continuano a partire dalla Libia, abbiamo assistito a una vera e propria campagna denigratoria - continua l’appello -, passando da accuse di ingenuo “buonismo”, a quelle di complicità con i trafficanti e di lucrare sulle attività di solidarietà e in particolare sull’accoglienza”.

Accuse generalizzate che, spiega l’appello, hanno avuto alimentato soltanto sospetti su attività volte a salvare vite umane, mettendo sotto accusa anche la stessa solidarietà. “Accogliere chi arriva sulle nostre coste in cerca di sicurezza, garantire protezione a chi fugge da situazioni disperate si sono trasformate in attività sospette, da indagare e perseguire sulla base di affermazioni diffuse ampiamente ancor prima di essere suffragate da prove - spiegano le organizzazioni -. A essere messo sotto attacco è lo stesso concetto di solidarietà, che da motivo di orgoglio è diventato oggetto di sospetto. Se dunque non possiamo non concordare con controlli di legalità e indagini serie, ove vengano portati avanti assicurando i principi costituzionali, non possiamo esimerci dal biasimare con forza la strumentalizzazione degli stessi”.

Intanto, lungo le rotte del Mediterraneo continuano a mancare percorsi sicuri per quanti fuggono da conflitti e povertà. “In assenza di percorsi sicuri e legali verso l'Europa, negli ultimi anni centinaia di migliaia di migranti e rifugiati hanno attraversato il Mediterraneo in modo illegale e mettendo in pericolo le loro vite - aggiungono le organizzazioni -. Invece di creare un sistema ordinato che mettesse a disposizione percorsi sicuri per queste persone e di promuovere il rispetto e la protezione dei diritti umani nei paesi in cui dominano conflitti, persecuzioni e povertà, i leader europei si sono sempre più concentrati sul blocco delle frontiere e sui negoziati con governi che violano i diritti umani, allo scopo di impedire le partenze e lasciando ricadere l’onere improrogabile di salvare vite umane sempre più sulle associazioni umanitarie”.

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