4 marzo 2014 ore: 13:10
Immigrazione

Opera nomadi: “Regolarizzare la raccolta del ferro, dà lavoro a 30 mila rom”

Due giorni di lavori a Roma per fare il punto sul problema del lavoro per Rom e sinti. “Questo non è un tema nell’agenda del governo né delle amministrazioni locali” denuncia l’associazione che chiede di sbloccare il cosiddetto decreto Ronchi
Furgoncino che raccoglie il ferro

ROMA – Riconoscere la professionalità dei rom nella raccolta differenziata di materiale ferroso e dei rifiuti ingombranti, regolarizzandone l’attività. A chiederlo è l’Opera nomadi che ha organizzato sul tema due giorni di dibattito a Roma. “Questo è un fenomeno che coinvolge trentamila persone tra rom dell’ex Jugoslavia, italiani e sinti – spiega il presidente dell’associazione Massimo Converso -  si tratta di veri e propri operai, che attendono di vedersi riconosciuti i propri diritti. Ma le istituzioni hanno paura di questo problema, metterli in regola non è nel programma di  nessuna amministrazione locale né tantomeno del governo. Per questo abbiamo deciso di organizzare questo convegno che sarà una vera e propria riunione sindacale”.

Secondo l’Opera nomadi il tema centrale per rom e sinti in questo momento è il lavoro. “Non chiediamo sussidi, ma di lasciar vivere queste persone del loro lavoro – aggiunge Converso -. In questi anni le istituzioni hanno puntato a risolvere il problema del razzismo ma si tratta di un problema secondario. In questo momento di crisi se non si ha un’occupazione si arriva a mettere in atto anche comportamenti devianti questo va evitato, affrontando il problema”.

L’associazione punta il dito in particolare sul cosiddetto decreto Ronchi sulla raccolta e il trasporto dei rifiuti in forma ambulante, nato per ridurre la produzione di rifiuti e incentivarne il riciclaggio, ma con  il passare degli anni la normativa è diventata sempre più complessa e ora ostacola l’attività dei cosiddetti “ferraioli”.“Il nostro obiettivo è riuscire ad avere un’audizione con la Commissione ambiente della Camera – aggiunge Converso – quello che vogliamo far capire è che questa attività svolta dai rom costituirebbe anche un risparmio per le grandi città come Roma. Ma per ora si fa di tutto per contrastarla”. Nel corso della giornata di lavoro sono stati poi messi a confronto due modelli di raccolta del materiaale ferroso, quello romano e quello salentino, per evidenziare le criticità, ma anche gli aspetti positivi, di entrambi gli approcci. (ec)

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