19 febbraio 2016 ore: 12:58
Giustizia

Opg, Corleone nominato Commissario. StopOpg: “Una buona notizia”

Positivo il commento della campagna per il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari sulla nomina ufficializzata dal Consiglio dei ministri. “Non deve essere considerato un atto punitivo verso le regioni commissariate, quanto un sostegno a veri processi di cambiamento”

ROMA – “Una buona notizia. L’abbiamo sollecitata da mesi e finalmente è arrivata”. La nomina di Franco Corleone a Commissario unico per il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari da parte del Consiglio dei ministri è stata accolta con favore dalla campagna StopOpg. “Conosciamo la passione e la competenza con cui ha svolto il suo lavoro di garante dei diritti dei detenuti e delle persone prive della libertà – spiega una nota di StopOpg -. E va riconosciuto l’impegno e la determinazione con cui il sottosegretario De Filippo ha seguito il processo di superamento degli Opg”.

Per StopOpg, la nomina del Commissario unico “non deve essere considerato un atto punitivo verso i comportamenti delle regioni commissariate, quanto piuttosto un sostegno a veri processi di cambiamento nel processo di superamento degli Opg – spiega la nota -. Sappiamo che il Commissario deve intervenire per garantire ad ogni internato la dimissione, così da poter chiudere gli Opg superstiti (Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Aversa e Barcellona Pozzo di Gotto). Non dimenticando che quello di Castiglione delle Stiviere ha solo cambiato targa trasformandosi da Opg in Rems con oltre 200 internati”.

Il mandato affidato al Commissario, però, è più ampio, spiega la nota. “Riguarda tutto il territorio nazionale, per la piena e corretta applicazione della legge 81/2014, che privilegia decisamente misure di sicurezza alternative alla detenzione con progetti di cura e riabilitazione individuale – continua la nota -. E questo è possibile nella stragrande maggioranza dei casi, come indicano le Relazioni al Parlamento. Decisivo perché ciò si realizzi è il ruolo della magistratura e il rapporto di collaborazione con le Regioni e le Asl. Allora il ruolo delle Rems (Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza), e quindi la detenzione, può e deve diventare residuale rispetto a cure che devono svolgersi nei servizi di salute mentale e socio sanitari del territorio. Servizi che vanno sostenuti e ai quali vanno subito assegnate le risorse finanziarie e umane necessarie. Ora possiamo fare un altro passo avanti lungo la strada della legge 180, che decretando la chiusura dei manicomi ha restituito speranza, diritti e dignità a migliaia di persone”.

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