27 marzo 2014 ore: 17:32
Giustizia

Opg, internati scesi a 875. Tamburino (Dap): “Sì a una chiusura graduale”

Il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria: “Non mi piace l’idea di una proroga che si prospetti di durata quasi triennale”. Bene l’ipotesi di “chiudere ogni dei mesi un Opg, così l’esperienza delle regioni più avanzate, potrebbe ricadere positivamente su quelle meno rapide”
Franco Guardascione Internauti - Opg 10

Opg Barcellona Pozzo di Gotto, anno 2011

ROMA - “Nel 2010 erano presenti negli Opg 1.294 persone. Sono andate scendendo in tutti gli anni successivi per arrivare oggi a 875. C’è una differenza di 400 unità e rispetto a 800 è il 50 per cento, che rispetto a 1.200 è comunque una riduzione di un terzo. L’evidenza dei numeri ci dice che stiamo procedendo nella direzione corretta”. Così il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino, durante il convegno sul superamento degli Opg in corso presso Palazzo Giustiniani, a Roma Tamburino è intervenuto anche sulla proroga della chiusura degli Opg, inizialmente prevista il prossimo 1 aprile. “Devo dire che la prospettiva di una seconda proroga non mi piace - ha affermato Tamburino -. E mi piace tanto meno una proroga che si prospetti di durata quasi triennale”. Per Tamburino, però, alla proroga occorre dare delle scadenze da rispettare.

“Se considerazioni di realismo conducono a considerare la proroga a questo punto sia un male ineluttabile - ha spiegato Tamburino -, vorrei che il legislatore fissasse talune scadenze affinché nel corso di questo lungo periodo si abbia una progressiva attuazione del trasferimento. Vorrei che con cadenza almeno semestrale si ponessero alcuni traguardi parziali per consentire la verifica dei progressi compiuti e degli eventuali ritardi. Si potrebbe persino pensare che la previsione del commissariamento, già esistente nella normativa attuale, fosse collegata in automatico dal legislatore a inadempimenti”. Per Tamburino, infine, una strada verso la chiusura definitiva degli Opg potrebbe essere anche quella di una chiusura graduale. “Qualcuno ipotizzava ogni sei mesi la chiusura di uno dei sei Opg, perché in questo modo, l’esperienza delle regioni più avanzate, potrebbe ricadere positivamente su quelle meno rapide". (ga)

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