4 aprile 2015 ore: 16:25
Non profit

Orto in bici: a Benevento la spesa a km 0 portata da ex carcerati

A un mese dal suo lancio l’iniziativa rifornisce 30 famiglie. De Marco (Cooperativa "Lentamente"): “Nella produzione di ortaggi e frutta coinvolgiamo persone fragili con il sistema del “budget di salute” che combatte il clientelismo”
Verdure e ortaggi colorati

ROMA - Consumo di prodotti locali che “saranno consegnati a 24-48 ore  dalla raccolta”, riduzione degli imballaggi, mobilità sostenibile e coinvolgimento di soggetti svantaggiati, da pazienti psichiatrici delle Asl a ex carcerati: sono gli obiettivi del progetto “Orto in bici– Io Mangio San(n)io” avviato a Benevento dalle cooperative Il Melograno e La Solidarietà e dal consorzio Mediterraneo Sociale, grazie a un finanziamento di circa 10mila euro della Fondazione Con il Sud. “Attualmente nel progetto sono direttamente impiegate tre persone, tra cui una proveniente da esperienze carcerarie – spiega Donato De Marco della cooperativa agricola Lentamente che fa parte del consorzio Mediterraneo Sociale – vi è chi gestisce gli ordini e la comunicazione, chi si occupa della logistica delle cassette e chi che è responsabile della distribuzione”: i prodotti vengono portati ogni settimana alle famiglie che ne fanno richiesta - già 30 a un mese dal lancio dell'iniziativa - attraverso uno speciale veicolo a pedali. Attraverso il sito “Orto in bici” si può scegliere cosa acquistare oppure “abbonarsi” alla cassetta del formato desiderato.

I prodotti distribuiti provengono da aziende agricole delle provincie di Benevento, Avellino e Salerno, che hanno scelto di coltivare biologico. Alcune sono cooperative agricole che coinvolgono soggetti svantaggiati. A frutta e ortaggi locali si aggiungono il caffé e il miele lavorati dai detenuti delle Case Circondariali di Bellizzi Irpino, Ariano Irpino, Lauro e Pozzuoli.

Il valore sociale: budget di salute contro il clientelismo: Le fattorie sociali coinvolte nel progetto coinvolgono circa una decina di pazienti della Asl locale attraverso il sistema del budget di salute”, spiega De Marco. Con il budget di salute le persone con problemi psichiatrici sono coinvolte in progetti personalizzati cofinanziati dalle Asl e dagli enti locali per favorirne il reinserimento sociale. “Con questo sistema si evita il clientelismo – sottolinea De Marco - perché non è la cooperativa che vince il bando per il reinserimento sociale ma il paziente e la famiglia che la scelgono in base alla fiducia e definiscono insieme il progetto”. Il finanziamento pubblico dipende dalla gravità della patologia ed è di un massimo di 84 euro a persona al giorno, per un periodo di tempo determinato: “Ogni 3 mesi vi è una riunione del paziente e della famiglia con l’Asl e la cooperativa per la valutazione dei progressi – sottolinea De Marco – per i casi meno gravi si pensa a integrare l’utente nell’attività produttiva senza avere più finanziamenti pubblici” (Ludovica Jona)

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