Ospedale San Camillo, il Garante nazionale: “No a contenzioni praticate nei corridoi”
ROMA – Il Garante nazionale delle persone private della libertà ha pubblicato oggi il Rapporto riguardante il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, visitato dal Garante nazionale il 30 dicembre 2021, indirizzata il 23 febbraio scorso all’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, ai direttori generale e sanitario della ASL Roma 3 e al direttore sanitario dello stesso Ospedale.
Nel Rapporto, che riguarda lo stesso Spdc dove nel novembre 2021 è stato contenuto per tutto il tempo del suo ricovero e poi è deceduto il giovane Wissem Ben Abdelatif, proveniente dal Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria, il Garante nazionale stigmatizza “la prassi di ricoverare persone particolarmente fragili o in situazioni di acuzie utilizzando, in mancanza di altre sistemazioni disponibili, posti letto sistemati in un corridoio e di praticare la contenzione ai pazienti in questo luogo di passaggio, senza alcuna riservatezza”.
Il Garante nazionale ha inoltre sottolineato come i locali dell’Spdc “non siano adeguati alle esigenze dei pazienti”, come nel Reparto “non vengano utilizzati appositi registri per i Trattamenti sanitari obbligatori e per la contenzione” e come, a dispetto di quanto sia previsto dall’organico, “siano del tutto assenti assistenti sociali e terapisti per la riabilitazione”.
Oltre al Rapporto, il Garante nazionale ha pubblicato le risposte pervenute dalle amministrazioni competenti, che si sono adoperate anche per stabilire rapporti più diretti con l’Autorità di Garanzia. A questo proposito, il Garante nazionale “prende positivamente atto della rapidità con la quale specifici provvedimenti sono stati adottati e ne verificherà nel prossimo futuro la corrispondenza con quanto raccomandato”.