10 febbraio 2020 ore: 15:13
Non profit

Padova Capitale europea del volontariato, un laboratorio per la solidarietà

di Giovanni Augello
Entra nel vivo, con un lungo e ricco weekend inaugurale, l’anno che vedrà il capoluogo veneto trasformarsi in un cantiere a cielo aperto per tutto il non profit italiano. Dalla nuova Carta dei valori del volontariato ai sette tavoli per la città, tante le attività avviate per una “stagione di crescita collettiva”, come chiesto da Mattarella
mattarella

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a Padova Capitale Europea del Volontariato

PADOVA - Una “responsabilità” e un “impegno” per una “stagione di crescita collettiva italiana”. È questa l’occasione da non perdere per Padova, Capitale europea del volontariato, in questo 2020. A dirlo, nella cerimonia inaugurale, è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che venerdì scorso, in uno dei padiglioni della Fiera di Padova, ha tagliato il nastro di questa inedita avventura italiana - ed europea - del volontariato italiano. Un intervento lungo e articolato che ha saputo richiamare l’attenzione dei migliaia di volontari giunti da tutta Italia, che il Presidente Mattarella ha definito “energia irrinunziabile della società”. Dal Capo dello Stato, poi, un invito a portare a termine il percorso iniziato dalla riforma del terzo settore. “L’augurio, in questo anno, è che si proceda nell'attuazione della legge sul terzo settore - ha spiegato Mattarella -, coinvolgendo i protagonisti, assicurando una piena collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, favorendo la partecipazione e il sostegno, anche economico, di una più vasta platea di cittadini, i quali non perdono occasione di dimostrare interesse, favore e coinvolgimento per la solidarietà che si organizza. Il valore che voi producete, e che rappresentate, è inestimabile”.



L’intervento di Mattarella, venerdì 7 febbraio, è stato l’apice di una mattinata ricca di interventi, contenuti, storie e spettacoli uniti da un unico filo e slogan della due giorni, ovvero, “Ricuciamo insieme l’Italia”. Una giornata di festa per Padova e per tutto il volontariato italiano che tuttavia non ha voluto dimenticare i volontari e cooperanti italiani rapiti nel mondo. A loro, il presidente del Centro di servizio per il volontariato provinciale di Padova, Emanuele Alecci, ha rivolto un pensiero. “Ci sarebbe piaciuto molto inaugurare questo anno da Capitale europea del Volontariato insieme a Silvia Romano - ha detto Alecci durante l’inaugurazione -. Siamo tutti in apprensione per lei, come siamo in apprensione per i tanti volontari e cooperanti rapiti. il loro impegno e il loro volontariato non è avventatezza ma è scelta matura di giustizia e di pace”.

Dal palco di Padova Capitale europea del volontariato arriva anche una proposta rivolta alle istituzioni italiane, ovvero quella di pensare anche ad una “Capitale italiana del volontariato”. Ad avanzare la proposta e presentarla allo stesso Presidente della Repubblica, è stato Stefano Tabò, presidente di Csvnet, l’associazione che riunisce i centri di servizio per il volontariato italiani. “Siamo convinti che siano i tempi siano maturi”, ha spiegato Tabò. “Percepiamo un desiderio collettivo di veder riconosciuto l’impegno profuso da amministrazioni locali, volontari e cittadini, enti del terzo settore per costruire comunità coese e resilienti, fondate sulla contribuzione di ciascuno al bene comune. Sarà un modo per intercettare la virtuosa collaborazione tra Comuni e mondo del volontariato, capace di generare pratiche consolidate, efficaci, innovative, coraggiose”. La proposta, come spiegato dallo stesso Tabò, verrà formalizzata nei prossimi giorni.

Intanto, a Padova si guarda a questo 2020 con tante speranze e con molte questioni di affrontare affinché quest’esperienza possa lasciare un segno non solo alla città veneta, ma anche a tutto il volontariato italiano. Ed è questo il senso dell’incontro organizzato insieme alla Fondazione Zancan che ha dato il via ai lavori per la stesura di una nuova Carta dei valori del volontariato. “Chi siamo e cosa vogliamo essere nel futuro: questa sarà la nuova carta - ha spiegato Tiziano Vecchiato, della Fondazione Zancan -, cioè il passaggio dall’io al noi”. All’incontro di Padova seguiranno altri appuntamenti e seminari per arrivare entro la fine dell’anno ad un testo condiviso.

Il 2020 lascerà un segno anche tra la comunità padovana. È questo l’obiettivo del lavoro avviato dai sette tavoli tematici proprio in occasione del riconoscimento a Capitale europea del volontariato. Una esperienza ambiziosa e unica nel suo genere che permetterà a Padova di interrogarsi sugli Obiettivi di sviluppo dell’Agenda 2030 e di costruire proposte concrete dal 2021 in poi. “Appena saputo della nomina di Capitale europea del volontariato - ha raccontato Niccolò Gennaro, direttore del Csv di Padova - abbiamo chiamato la cittadinanza padovana, il volontariato, ma anche le imprese le istituzioni, l’università, il mondo della scuola a partecipare a dei tavoli di lavoro che ragionassero su alcuni degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu per dare alla città di Padova dei progetti concreti”. Sette tavoli che rappresentano“una sintesi dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 e vanno dall’ambiente all’urbanistica, dall’economia allo sviluppo sostenibile, passando per le nuove emergenze e le fragilità. Sono i pilastri che riguardano una comunità che vuole reimmaginare un futuro”.

Che Padova sia diventata un “laboratorio” lo ha dimostrato anche l’incontro tenutosi sabato 8 febbraio presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che ha affrontato il delicato tema dell’autonomia, visto anche dalla prospettiva del terzo settore. Incontro a cui ha partecipato anche il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia che ha definito Padova “punta di diamante del volontariato italiano, ma di fatto, da Capitale europea, rappresenterà l’idea italiana di volontariato”. Le giornate di inaugurazione della Capitale europea del volontariato, inoltre, sono state l’occasione anche per raccontare storie, affrontare temi e celebrare qualche anniversario importante per la città e non solo. Come quello dei 70 anni di Medici con l’Africa Cuamm che con il racconto dei suoi volontari e delle tante esperienze maturate negli anni ha voluto dare il via ad un anno di festeggiamenti in contemporanea con l’evento di Padova 2020.

Tra le esperienze raccontate in questa due giorni di inaugurazione anche quella dell’agricoltura sociale, raccontata durante l’incontro dal titolo “La spiritualità della Terra. L’agricoltura sociale e il volontariato nella prospettiva dell’ecologia sociale”. Un mondo in crescita, quello dell’agricoltura sociale, ma che ha ancora del potenziale da sfruttare, come è emerso dall’incontro. Dell’importanza del dono si è parlato invece nel convegno nazionale dell’Avis tenutosi sempre sabato mattina. Tra gli ospiti anche il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali, Stanislao Di Piazza. Durante la due giorni di inaugurazione, anche il seminario di Animazione Sociale, dal titolo “Rigeneriamo la solidarietà nei territori”, che ha avuto come obiettivo quello di chiedersi come rigenerare la solidarietà in territori permeati da particolarismi e sovranismi; l’evento organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Padova su tema “Il dolore e la bellezza”, alla presenza di Vito Mancuso; e tanti altri eventi, artistici e culturali. A chiudere la due giorni, il Concerto per la Pace con Antonella Ruggiero e Maurizio Camardi nella Basilica del Santo.

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