Padova, ragazzo di 21 anni suicida in cella: rivolta in carcere
Carcere. Messi alla prova
ROMA - I detenuti della Casa circondariale di strada Due Palazzi, a Padova, sono rientrati nelle celle solo ieri sera alle ventidue, dopo una rivolta iniziata nell'ora d'aria e che aveva spaventato tutti. La causa della ribellione dei detenuti, quasi tutti extracomunitari, riporta Gazzettino.it, e' stata il suicidio di un ventenne marocchino. Oltre al sovraffollamento di un carcere che ha 82 posti e una popolazione di 240 detenuti.
Quando si vuol morire, ci si uccide con tutto. Anche un paio di lacci da scarpe possono diventare un cappio. Ma il suicidio non dovrebbe avvenire alla Casa circondariale di strada Due Palazzi dove i lacci per scarpe vengono requisiti ai detenuti all'entrata. E se a compiere il gesto e' un ragazzo marocchino di vent'anni, detenuto per spaccio di hashish, e che prima di morire avrebbe litigato con un agente di polizia penitenziaria, e' rivolta. Una rivolta che e' iniziata ieri pomeriggio quando alla Casa circondariale e' arrivata dall'ospedale Sant'Antonio la notizia del decesso del giovane. I 240 detenuti in attesa di giudizio, la maggior parte extracomunitari, si sono ribellati durante l'ora d'aria. Una ribellione senza precedenti che si e' conclusa solo a tarda ora.
Nella casa circondariale, racconta sempre Gazzettino.it, sono arrivati tutti. Carabinieri, polizia, il pubblico ministero Federica Baccaglini. E quando si e' fatto buio sono arrivate anche le squadre dei vigili del fuoco, impegnate ad illuminare il cortile del carcere dove i detenuti non sono mai rientrati dall'ora d'aria. Il giovane marocchino morto divideva la cella con altri compagni: aveva vent'anni, era in Italia con un regolare permesso di soggiorno, e recentemente era stato arrestato perche' aveva un etto di hashish. Era il primo pomeriggio di Ferragosto quando il ragazzo ha avuto un violento diverbio con un agente di polizia penitenziaria. I motivi ancora non si conoscono. Quello che si sa e' che sarebbero venuti alle mani. E ad avere la peggio sarebbe stato l'agente. Durante una colluttazione il ragazzo gli avrebbe causato la lussazione di una spalla.
Il ventenne marocchino pero' quel giorno non e' andato in cortile per l'ora d'aria. Quando e' rimasto da solo in cella ha preso i lacci delle scarpe - che non si sa dove possa aver trovato - e ha formato un cappio. Quando gli agenti hanno fatto la scoperta del tragico gesto il giovane marocchino era ancora in vita. È stato subito soccorso e trasportato all'ospedale Sant'Antonio. Il ragazzo non ha piu' ripreso conoscenza e nella tarda mattinata di ieri e' deceduto. (DIRE)