Padri separati, un appartamento condiviso per incontrare i figli
Francesco Cocco
“I padri separati sono purtroppo i nuovi poveri di questo paese: la separazione, gli alimenti insieme a una progressiva riduzione del reddito dovuta alla crisi, creano disagio. Molti hanno la frustrazione di non poter aiutare i figli o non vederli crescere, molti non hanno un posto dove stare– spiega Wally Falchi, responsabile dell’iniziativa – ed è proprio da uno di loro che è nata l’idea: ci ha detto che il suo sogno più grande era cucinare un piatto di pasta per il figlio, ma pagando 400 euro al mese per gli alimenti non poteva affittare una casa più grande. E così ci è venuto in mente l’appartamento condiviso per i giorni degli incontri”. In Italia i padri separati sono quattro milioni, di questi 800 milioni rasentano la soglia di povertà e nell’80 per cento dei casi, corrispondendo il mantenimento dovuto si ritrovano con poche risorse, e sono costretti a rivolgersi ai servizi di assistenza e di carità. Il progetto della Caritas di Torino prevede per loro un servizio di accoglienza abitativa temporaneo. L’obiettivo è creare uno spazio sereno, che “sappia di casa”, nel quale padri e figli passino il tempo insieme. L’appartamento è composto da un soggiorno, due camere, una cucina e un bagno. C’è poi uno spazio giochi e un terrazzo.
“Da metà ottobre, quando il servizio è partito, abbiamo avuto tantissime richieste, perché non esiste un servizio analogo a Torino e finora ne hanno usufruito circa 40 persone – continua Falchi - . Alcuni ormai lo vivono come uno spazio proprio. Un papà qualche giorno fa ha portato lì il barbecue e lo ha lasciato in terrazzo perché lo potessero usare anche gli altri padri con i figli. Sono gesti semplici ma importanti, che fanno sentire anche i bambini come a casa”. Tra i papà che usufruiscono del servizio molti non hanno una situazione abitativa idonea per accogliere i figli (c’è chi sta in un dormitorio o chi dorme in macchina), ma c’è anche chi ha i figli inseriti insieme alla madre in comunità residenziali, e non ha la possibilità di avere un luogo in cui incontrare e trascorrere ore con loro. C’è chi è tornato a vivere con i genitori dopo la separazione o chi vive nei luoghi di lavoro, come i militari che dormono in caserma. Ci sono poi padri separati “fuori sede” che abitano lontano dai propri figli e non hanno la possibilità di vederli con frequenza per via dei costi che devono sostenere per risiedere temporaneamente in città.
L’appartamento viene poi concesso ai servizi sociali come luogo neutro dove svolgere gli incontri con gli assistenti sociali, gli psicologi e i genitori. Le persone interessate possono accedere direttamente al servizio attraverso una prenotazione, oppure essere segnalate dal personale delle diverse realtà (servizi del volontariato, del privato sociale e del pubblico, tribunali, avvocati). L’alloggio è stato dato in comodato d’uso gratuito, ai beneficiari è richiesto un contributo di 12,50 euro la prima notte e di 3 euro dalla seconda (con possibilità di accedere a tariffe calmierate in base al reddito: 10 euro e 2 euro) “Stiamo monitorando la situazione sul territorio - continua Falchi – e ci sono sempre più richieste. Pensiamo di aprirne un altro a breve. Cominciano ad esserci anche alcune madri che ci chiedono di poterne usufruire”. (ec)