11 marzo 2013 ore: 10:11
Società

Pagliuca (Unitalsi): ''Il terzo millennio sarà dei laici''

Pagliuca (Unitalsi): ''La Chiesa non ha bisogno di santi ma di testimoni credibili''. La prima qualità del nuovo papa: ''Capacità di governo sui problemi della Chiesa''
Stefano Dal Pozzolo/contrasto Cardinali in preghiera a San Pietro, conclave, papa
ROMA – Serve un papa capace di tenere ferma la barra del governo della Chiesa: ne è convinto Salvatore Pagliuca, presidente nazionale dell'Unitalsi, l'associazione cattolica impegnata nel servizio agli ammalati e in particolare al loro trasporto in pellegrinaggio presso i maggiori santuari italiani e internazionali. Una realtà che aveva condiviso da vicino la lunga malattia di Giovanni Paolo II e che è stata raggiunta dalla notizia della rinuncia di Benedetto XVI proprio nel giorno in cui si celebrava la Giornata mondiale del Malato. Lo scorso 11 febbraio, Pagliuca si trovava proprio in Baviera, nel Santuario mariano di Altötting, dove per volontà di papa Ratzinger si celebrava in forma solenne la XXI Giornata mondiale del malato: “Avevamo appena finito di celebrare la messa con la preghiera finale per il papa – ricorda Pagliuca - e una volta usciti abbiamo avuto la notizia delle dimissioni: il primo impatto è stato di grandissimo stupore, ma quasi subito, confrontandoci con gli altri presenti, abbiamo concordato che si trattava di un atto di grande coraggio e umiltà”. Impressione rafforzata nelle due settimane successive: “E in ogni caso, al di là di considerazioni e polemiche, rimane un dato di fondo: il capo della Chiesa è Gesù Cristo, non il papa”.

''Il papa che sarà eletto sarà un uomo di preghiera ma anche di capacità di governo sui problemi della Chiesa”, immagina Pagliuca, “un uomo capace di tenere ferma la barra: non perché Benedetto non fosse in grado di farlo, ma perché c'è bisogno di qualcuno che abbia forze nuove”. “Il riferimento alla vecchiaia e al diminuire delle forze la dice lunga sulla scelta di lasciare ora per non far sì che la barca di Pietro, con l’aggravarsi dell’età da parte sua, non fosse totalmente governata”.

Il presidente dell'Unitalsi immagina come cruciale il ruolo dei laici nella Chiesa di domani: “Il terzo millennio sarà quello dei laici, dopo quelli dei monaci e dei chierici: il loro impegno nella Chiesa diventerà sempre più forte”. In particolare essi saranno chiamati a “testimoniare con la vita e le proprie attività che il relativismo etico non paga, ma paga un impegno di fede costante: la Chiesa non ha bisogno di santi ma di testimoni credibili e questo è il compito dei laici”, il cui ruolo nel programma di evangelizzazione della Chiesa sarà sempre più centrale.

Quanto al nuovo pontefice, le valutazioni che si fanno sulla necessità che all'uomo di preghiera sia legata anche una buona capacità di governo “sono attendibili e legittime, ma lasciamo lavorare lo Spirito Santo che meglio di noi riesce a valutare i bisogni della Chiesa”. Poco importa allora se verrà dall'Italia o meno, anche se “io un cardinale italiano nel cuore ce l'ho e mi auguro possa diventare papa per una questione di affetto personale e di conoscenza del personaggio. Ma non voglio dire chi è, non è una campagna elettorale”. Un papa italiano, riconosce Pagliuca, “potrebbe favorire la tendenza tutta italiana, una vera distorsione, di considerare le parole pronunciate dal Pontefice e rivolte al mondo intero come indirizzate a lanciare messaggi sulla situazione interna del nostro paese: ma del resto – dice Pagliuca – questo è successo anche con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che italiani non erano”. (ska)
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