30 agosto 2023 ore: 14:05
Società

Pakistan, un anno dopo le inondazioni. 3,5 milioni di bambini malnutriti

Allarme di Save the Children: bambini sfollati, scuole chiuse e il terrore che possa accadere di nuovo. La richiesta di un impegno urgente per sostenere la ripresa del Paese e i bisogni di bambine e bambini. I racconti di alcuni di loro
© UNICEF/UN0696411/Moin Inondazioni in Pakistan, bambino corre nel fango - Foto Unicef

ROMA - Un anno dopo le peggiori inondazioni mai registrate in Pakistan, i bambini sono terrorizzati dall'eventualità che si ripeta il disastro che ha sommerso un terzo del Paese e causato più di 1.700 vittime. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro. I bambini e le bambine delle aree colpite hanno raccontato agli operatori di Save the Children che la morte, la distruzione e la fuga dalle loro case, che hanno vissuto l'anno scorso, stanno ancora influenzando profondamente le loro vite e le piogge monsoniche degli ultimi mesi e le inondazioni in alcune delle stesse zone hanno generato in loro la paura che potrebbe accadere di nuovo.

Circa 8 milioni di persone sono state sfollate al culmine della crisi, anche se molti sono tornati alle loro case. Non ci sono dati aggiornati su quante persone siano rimaste senza casa o vivano in rifugi temporanei. Alcune scuole danneggiate dalle inondazioni non hanno ancora riaperto e i prezzi dei generi alimentari sono aumentati negli ultimi mesi, sollevando preoccupazioni per la malnutrizione infantile nelle aree colpite dalle inondazioni.

Save the Children chiede al mondo di smettere di distogliere lo sguardo e di impegnarsi a fornire un sostegno finanziario urgente per sostenere completamente una ripresa che risponda alle esigenze delle bambine e dei bambini. I donatori internazionali devono, inoltre, garantire un sostegno che riconosca le perdite e i danni subiti dal Pakistan a causa della crisi climatica, a cui i bambini e le comunità del Paese hanno contribuito in minima parte.

I racconti dei bambini e delle bambine

"Tutto era allagato. I miei genitori e mio zio mi hanno salvato la vita dopo che un muro mi è caduto addosso. Pensavo di morire. Ci sono voluti due mesi di cure mediche prima che iniziassi a sentirmi meglio, ma ogni tanto ho ancora mal di testa”, ha raccontato Ahmed Khan, 8 anni, di Khairpur, nella provincia di Sindh nel Pakistan centro-meridionale, che è rimasto quasi ucciso quando le inondazioni hanno travolto la sua casa. "Ora ho paura ad avvicinarmi a edifici che potrebbero crollare. Ho il terrore che qualcosa di simile possa accadere di nuovo. Il mio cibo preferito è il pollo e il roti (pane), ma durante l'alluvione siamo dovuti andare a letto affamati perché non c'era cibo disponibile. Per tre mesi abbiamo dovuto sopravvivere solo con il riso", ha detto Ahmed.

"All'improvviso abbiamo sentito persone che gridavano e urlavano forte, e poi è arrivata l'inondazione. Quando l'acqua ha riempito tutta la nostra casa, abbiamo rischiato di annegare”, ricorda Safeer, 12 anni, di Khairpur, nato con una disabilità che lo rende privo di braccia, ricordando il terrore che ha provato quando le acque si sono avvicinate a casa sua. "Stavamo annegando perché il nostro terreno era a un livello più basso rispetto all'area circostante, il che ha fatto sì che l'acqua si riversasse sul nostro terreno. Per proteggerci dalle inondazioni in futuro, chiediamo una casa in un luogo più sicuro". Safeer aveva dovuto abbandonare la sua casa, ma fortunatamente è riuscito a tornare.

Il rischio climatico in Pakistan

L'impatto della crisi climatica sui bambini più emarginati del mondo è impossibile da ignorare in Pakistan. Anche prima delle devastanti inondazioni del 2022, il Paese era classificato dall'Indice globale di rischio climatico come l'ottavo più vulnerabile al cambiamento climatico, pur contribuendo a meno dell'1% delle emissioni globali di carbonio. Oltre alle inondazioni, alcune zone del Pakistan stanno sperimentando un incremento delle ondate di calore e della siccità, con temperature che, la scorsa primavera, hanno raggiunto i 50°C. La lunga siccità che ha preceduto le forti piogge dell'anno scorso ha reso più probabili le inondazioni perché i terreni aridi non sono in grado di assorbire rapidamente le forti piogge.

Khairpur, che è stata l'epicentro delle inondazioni dello scorso anno, è anche uno dei luoghi più caldi del Pakistan. Qui le temperature superano regolarmente i 40°C, mettendo a rischio la salute e il benessere dei bambini. Nel giugno 2023, più di 800.000 bambini del Sindh[4] erano a rischio di grave stress da calore. Per Safeer, queste ondate di calore mettono a rischio anche il suo diritto al gioco, poiché è costretto a rimanere in casa per ripararsi dal sole cocente. "Ho notato che le temperature si sono alzate e il sole è più forte. A causa del caldo, evitiamo di uscire perché i raggi del sole sono così intensi", ha raccontato Safeer.

L'impennata dei prezzi dei generi alimentari ha ulteriormente aggravato la carenza di cibo per le famiglie. A luglio, il costo del cibo è aumentato del 40% rispetto allo stesso mese del 2022. Si stima che la carenza di cibo avrà un impatto ancora maggiore sulla fine del 2023, spingendo potenzialmente sempre più bambini verso la fame e la malnutrizione. Nelle aree colpite dalle inondazioni, si stima che 3,5 milioni di bambini siano gravemente malnutriti.

Save the Children ha anche lanciato l'allarme sugli eventi meteorologici estremi previsti come risultato del cambiamento climatico e ulteriormente aggravati dal fenomeno naturale di El Nino, che probabilmente aumenterà ulteriormente le temperature globali. Il Pakistan potrebbe subire una riduzione delle precipitazioni che potrebbe portare alla siccità, con un impatto ulteriore sulle colture, sul bestiame e sulla produzione alimentare che potrebbe raggiungere l'apice l'anno prossimo.

Gli effetti delle inondazioni sui bambini pakistani dimostrano quanto essi siano vulnerabili agli impatti della crisi climatica. “Queste inondazioni hanno devastato le case, le scuole, la salute fisica e mentale dei bambini, la loro intera vita. Eppure molti di loro sono ancora senza casa, 30.000 scuole hanno ancora bisogno di riparazioni urgenti e i bambini ci raccontano di essere terrorizzati”, ha dichiarato la Direttrice generale di Save the Children, Inger Ashing, visitando le aree colpite dalle inondazioni in Pakistan. “Ho ascoltato le loro preoccupazioni e ora dobbiamo agire. Solo con misure coraggiose si potranno recuperare le vite, le speranze e il futuro di milioni di bambini in Pakistan e proteggerli dai futuri impatti disastrosi della crisi climatica

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