Palazzo Selam, muore giovane eritreo: “Vittima della mancata accoglienza”
Il palazzo è allo stremo avendo raggiunto una popolazione di circa 2000 persone |
ROMA – Era sbarcato da pochi giorni in Italia con il sogno di arrivare nel nord Europa, ma non ce l’ha fatta: un giovane eritreo di appena 24 anni è morto a Palazzo Selam, lo stabile occupato di Roma dove vivono oltre 1.200 rifugiati. Sarà l’autopsia, non ancora effettuata, a spiegare le cause del decesso, ma intanto si punta il dito sulle condizioni di mancata accoglienza.
“E’ assurdo che persone sfuggite da una situazione di guerra e disagio trovino la morte in Italia – spiega Donatella D’angelo, medico dell’associazione Cittadini del mondo, che all’interno dello stabile ha allestito un presidio sociosanitario dal 2006 -. Quello che possiamo dire è che il ragazzo stava bene, il motivo della morte non lo conosciamo. Di certo è solo allarmistico pensare a un pericolo tubercolosi, come certa stampa ha fatto. Sarebbe opportuno, invece, concentrarsi sui problemi reali di queste persone che vanno aiutate. Non bastano i morti del Corno d’Africa, bisogna contare le vittime anche in casa nostra”.
Il decesso del ragazzo eritreo è avvenuto a poche ore dalla presentazione a Roma del rapporto dell’associazione Cittadini del mondo su Palazzo Selam, ribattezzato il “palazzo dei fantasmi” proprio per sottolineare l’indifferenza mostrata dalle istituzioni sulla condizione dei rifugiati che vi abitano stabilmente ormai da anni. Nel documento Cittadini del mondo spiegava che sono in aumento i migranti che arrivano a Selam dopo aver eluso i controlli alla frontiera, per poter così continuare poi il viaggio verso altre mete europee. “Anche il ragazzo deceduto – continua d’Angelo – era uno dei migranti di passaggio. Ne vediamo tanti che arrivano qui denutriti e disidratati, appena dopo essere sbarcati in Sicilia. Siamo sconvolti per questa morte, non è possibile pensare che un giovane muoia così”. (ec)