Palermo, assessora al sociale: "Presto tavolo tecnico sulle povertà"
PALERMO - Un confronto concreto tra l'amministrazione e le realtà del privato sociale, direttamente coinvolte sulle maggiori emergenze sociali, all'interno di un tavolo tecnico sulle povertà. In questo modo ieri sera presso il mercatino solidale Emmaus, nel corso della tavola rotonda su "La lotta alla miseria e la lotta alle mafie: la necessità di un'azione concertata", l'assessore alla cittadinanza sociale Agnese Ciulla si è presa l'impegno concreto di convocare il primo tavolo sulle povertà mercoledì 3 agosto nella sede dell'assessorato ai servizi sociali.
Tra i temi più rilevanti da dibattere ci saranno in primo piano l'emergenza abitativa delle famiglie, l'accompagnamento dei senza dimora con la possibilità di aprire un altro dormitorio e i progetti di vita di chi esce dal circuito della violenza e schiavitù della strada. La serata di ieri, che ha avuto una grande partecipazione, è stata organizzata da Emmaus Palermo, Libera Sicilia e Addiopizzo.
Ad intervenire nel corso dell'incontro lanciando le loro proposte sono stati i rappresentanti di Addiopizzo, SOS Ballarò, l'associazione 'Le donne di Benin City', il comitato di Lotta per la casa 12 luglio e l'unità di strada di Frate Gabriele Allegra onlus.
"Accolgo la richiesta delle associazioni - sottolinea l'assessore Agnese Ciulla - impegnandomi a portare avanti un confronto partecipativo sui temi sociali più rilevanti che riguardano Palermo. Il secondo dormitorio è quasi pronto ma ci manca chi lo gestisca. Quello di non riuscire a trovare enti del privato sociale che in forma accreditata ci aiutino a rispondere alle maggiori emergenze sociali è un problema serio. Ricordiamoci che un accreditamento aperto dal 2012 per enti di terzo settore che lavorino con l'amministrazione sulle gravi marginalità ha oggi solo due enti accreditati. Su alcuni interventi sociali, sicuramente, anche con il supporto forte dell'associazionismo, potremmo programmare azioni operative più concrete perché non è una questione solo di soldi. Lavorare continuamente per tamponare le diverse emergenze, certamente non basta perché occorre puntare anche ad una maggiore progettualità sociale che garantisca maggiori politiche attive che favoriscano occupazione. Le strade per quest'ultima ci sono ma dobbiamo attivarci insieme".
"La finalità dell'incontro - spiega Nicola Teresi presidente di Emmaus Palermo - è stata quella della necessità di analizzare e approfondire le relazioni tra il fenomeno mafioso e l'odierna crisi dei diritti e dei servizi. Oggi la giustizia sociale non si pone soltanto in termini economici ma soprattutto in termini politici cioè sulla base di quale democrazia vogliamo costruire a partire dal sostegno ai più poveri per evitare che le mafie nel frattempo acquisiscano sempre più potere. Non vogliamo una società che nella sua parte più debole soffri l'abbandono, la paura determinando a volte anche l'intolleranza".
Ad aprire i lavori della serata è stato Franco Monnicchi presidente di Emmaus Italia che ha parlato del Movimento Emmaus - che oggi ha 350 comunità in tutto il mondo - a partire dalla figura dell'Abbè Pierre il suo padre fondatore.
"Sicuramente l'Abbè Pierre è una figura straordinaria che ha saputo rispondere ai poveri - dice Franco Monnicchi - lontano da ogni sorta di assistenzialismo fine a se stesso. Il padre di Emmaus decide di aprire la prima casa per i senza dimora avvalendosi dell'aiuto di George un ex ergastolano abbandonato dalla sua famiglia che prima di morire lo ringrazierà per avere valorizzato la sua persona e non certo per gli aiuti materiali. Il cuore di Emmaus non è, infatti, un incontro di beneficenza ma un incontro tra persone più fortunate e meno fortunate che si mettono insieme per aiutare altre persone. La persona in povertà non ha bisogno solo di essere assistita ma soprattutto ha bisogno di essere scoperta nella sua umanità e dignità per la sua capacità di rendersi utile agli altri".
Gregorio Porcaro coordinatore di Libera Sicilia ha ricordato, invece, le figure di don Pino Puglisi e di Peppino Impastato nel loro impegno quotidiano di antimafia sociale come ricerca della bellezza figlia della giustizia sociale. "La bellezza va tirata fuori anche nelle situazioni più drammatiche, più disperate e difficili. Ad insegnarcelo sono stati p. Pino Puglisi e Peppino Impastato che si sono impegnati per scorgere e scoprire la bellezza anche tra i ragazzini e giovani di territori che non avevano niente ma solo disperazione e sopraffazione. La memoria oggi non è ricordare la morte di queste persone ma la loro vita bella e come si sono sapute spendere con amore in realtà complicate al di fuori di ogni regola".
Il tema dell'incontro è entrato nel vivo con l'intervento del procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi. "Il rapporto tra mafia e povertà è un rapporto di causa effetto reciproco - sottolinea il procuratore Teresi - nel senso che l'una crea e produce l'altra. E' vero che la mafia prospera dove c'è povertà ma non si deve credere che attecchisca soltanto in queste realtà ma anzi, storicamente, si è rafforzata in alcuni ambienti ricchi di opportunità economiche perché come un parassita cerca di trarne tutto il suo possibile vantaggio. Usa la povertà, come degrado materiale e culturale, perché ne ha bisogno come manovalanza per le sue attività criminali per affermare il suo potere nel territorio. Oggi ci sono tante lotte alla mafia. La mia è giudiziaria ma quella di Emmaus, Libera e Addiopizzo sono lotte alla mafia sociale di eguale e notevole importanza. Andare a parlare oggi di legalità in astratto in quartieri dove mancano i beni primari è una forte ipocrisia perché queste realtà prima di tutto devono essere invase dall'impegno sociale delle associazioni che accompagnano i più fragili e si spendono per loro per garantirne servizi e diritti aiutandole a raggiungere la soglia minima di dignità umana. Solo dopo potremo parlare loro di legalità". (set)