Palermo, inaugurata in un bene confiscato la nuova sede del centro antiviolenza Le onde
PALERMO - Inaugurati a Palermo i nuovi spazi del centro antiviolenza Le Onde: si tratta dell'immobile confiscato alla mafia di viale Campania n. 25 che diventerà la nuova sede operativa dell'associazione. La realtà presente dagli anni '90 in città ha accolto e ascoltato circa 10 mila donne. Il comune di Palermo, con un bando ha assegnato all'associazione il bene sulla base della sua progettualità orientata alla politica di contrasto e prevenzione della violenza di genere, riconoscendone tutto il lavoro finora svolto e l'impegno profuso. La ristrutturazione del bene è stata affrontata grazie a risorse dell'associazione, al contributo del dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri con un progetto finanziato a valere sul piano di azione nazionale contro la violenza di genere. A questi si aggiungono il supporto di Ikea che ha fornito gli arredi, quello dell'associazione "Un fiore per Giulia", il trasloco effettuato da Emmaus Palermo e l'aiuto economico di molti cittadini e cittadine. All'inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il sindaco Leoluca Orlando, il questore Renato Cortese e il vice-questore Rosaria Maida, l'assessore alla cittadinanza solidale Giuseppe Mattina, l'assessore Giovanna Marano ed alcuni rappresentanti delle istituzioni componenti la rete antiviolenza cittadina.
"E' un momento di gioia - spiega Maria Grazia Patronaggio presidente dell'associazione Le Onde - per cui siamo molto fiere e soddisfatte di essere riuscite ad avere questo luogo. Inoltre abbiamo il consolidamento ormai di una rete di lavoro che sostiene le donne fatta di tante realtà pubbliche e private che operano molto bene. A breve rinnoveremo anche con tutte queste realtà il protocollo d'intesa che deve tenere conto anche della convenzione di Instabul". "Ciò nonostante, restano ancora alcuni nodi da sciogliere - continua Maria Grazia Patronaggio - per cui chiediamo un incontro al sindaco ed all'assessore Mattina per capire quali strade intraprendere per migliorare e garantire la continuità di tutti i servizi che svolgiamo. Le risorse che vengono messe a bando ed individuate scegliendo pure il soggetto che ne beneficia, hanno ancora notevoli difficoltà ad arrivare al destinatario. Il comune, per esempio, rispetto al nostro progetto ha dato finora solo una prima tranche di fondi che non basta per sostenere tutte le spese che finora sono state sulle nostre spalle. Pertanto chiediamo che ci siano delle scelte politiche coraggiose sul tema della violenza riconoscendo le realtà che si spendono pienamente sul tema ormai da oltre 20 anni. Occorre per questo trovare le gambe per fare camminare i progetti in maniera continuativa sciogliendo soprattutto tutte quelle lentezze di tipo amministrativo- contabile che di fatto bloccano il sistema".
"E' un giorno importante che dimostra tutto il lavoro corale che c'è su questo tema - sottolinea il sindaco Orlando -. E' la conferma anche di come si va rafforzando la dimensione culturale della città che non è soltanto cultura artistica ma cultura dei diritti nell'ottica forte di un impegno di rete tra istituzioni e privato sociale che cresce sempre di più".
"Sappiamo bene che sul tema non possiamo soltanto fare opera di repressione ma occorre anche continuare a mettere in campo tanti strumenti di sensibilizzazione sociale per stimolare e contribuire concretamente ad un forte cambiamento culturale - afferma il questore Renato Cortese -. Sottrarre beni alla mafia per destinarli a scopi nobili come questo è un passo molto significativo perché attesta tutto l'impegno finora svolto nella prospettiva alta di un lavoro di rete che continua e che riteniamo importantissimo".
"Per intensificare ulteriormente il lavoro di rete stiamo lavorando - aggiunge l'assessore Giuseppe Mattina - per fare nascere presto anche una unità operativa specifica sul tema della violenza di genere che si inserirà all'interno di un'altra unità operativa ancora più ampia che chiameremo la 'casa dei diritti' dove al centro avremo la tutela dei minori, delle donne, dei disabili e delle persone con fragilità".
Il Centro antiviolenza, gestito dall'associazione, ha offerto dagli anni '90 alle donne un luogo dove pensare un nuovo progetto di vita per sé e per i figli e le figlie attraverso un insieme di attività che iniziano con l’ascolto telefonico e la valutazione del rischio. Tra le attività, si strutturano colloqui periodici di accompagnamento per l’uscita dalla violenza, l’attivazione dei servizi della rete palermitana, le consulenze legali e psicologiche, l’orientamento professionale e all’inserimento lavorativo, la messa in protezione della donna, l’ospitalità in casa rifugio a indirizzo segreto. (set)