27 agosto 2013 ore: 11:52
Immigrazione

Papa al Centro Astalli, “una scelta preferenziale per i rifugiati”

Per Giancarlo Perego, direttore di Migrantes, la visita “si inserisce nella recezione del cammino conciliare” ed è “un segno e una denuncia, nello spirito della scelta per i poveri, quali sono i rifugiati e richiedenti asilo oggi”
Time4Life Campo profughi di Bab al-Salam 5

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ROMA – “Dopo la visita a Lampedusa, anche la visita privata di papa Francesco al Centro Astalli di Roma rinnova la testimonianza di un’attenzione particolare del Santo Padre a un mondo di poveri, quali sono i rifugiati e richiedenti asilo oggi. E’un incontro in famiglia, in un luogo nato dalla scelta preferenziale per i poveri inaugurata da Padre Pedro Arrupe (1907-1991) dopo il Concilio Vaticano II e segno dell’impegno dei gesuiti per la giustizia e per l’educazione dei giovani a una società interculturale”. Così Giancarlo Perego, direttore generale di Migrantes, commenta la notizia della visita del Santo Padre al centro Astalli, il prossimo 10 settembre.

box Continua Perego: “Come ricordava papa Benedetto nell’enciclica Deus caritas est, il nostro prossimo non  è solo vicino, ma anche lontano: tra le persone in fuga da 22 guerre in atto, tra il milione di rifugiati della nuova guerra in Siria e tra coloro che oggi fuggono dalla guerra civile in Egitto. Il Papa desidera visitare un luogo, una casa in cui l’accoglienza, l’accompagnamento, la tutela dei rifugiati e richiedenti asilo è segno di una Chiesa prossima agli ultimi. Una visita che è anche una denuncia, cioè un atto d’amore verso quaranta milioni di persone che oggi sono in cammino non certo per una scelta libera, ma subita: a causa di guerre, disastri ambientali, persecuzioni politiche e religiose”.

“La visita, infine – continua il direttore generale di Migrantes -, si inserisce in quella recezione del cammino conciliare, che insieme alla riforma della liturgia e della catechesi chiede anche una riforma della carità cristiana: superando assistenzialismo e particolarismo, vincendo la facile indifferenza, allargando il senso della cittadinanza, guardando all’Europa e al mondo, per una nuova evangelizzazione mai disgiunta da una testimonianza della carità. Lampedusa e Roma: periferia e centro si ritrovano uniti nell’indicare un progetto e un percorso nuovo, perché nessuno sia escluso dalla città e dalla Chiesa, e perché – conclude - non manchi una particolare e preferenziale attenzione a chi è povero, solo, senza una casa, lontano dalla propria terra”.

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