15 settembre 2018 ore: 15:25
Società

Papa Francesco a Palermo. "Servono uomini d'amore e non uomini d'onore"

In 80 mila ad accogliere il Pontefice in Sicilia, in occasione del XXV° anniversario della morte del beato don Pino Puglisi. “Solo chi si dona vince”. Poi l’appello: "Chi è mafioso non vive da cristiano, cambiate! Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio"
Papa a Palermo 1

PALERMO - Per un cammino nella verità, il vero cambiamento passa dal bene e dalla conversione che è dono della nostra vita agli altri lontano da soldi e potere. E' questo una parte del pensiero forte che Papa Francesco - in occasione del XXV anniversario del martirio del beato don Pino Puglisi per mano mafiosa  - nella sua omelia ha voluto esprimere oggi al Foro Italico a 80 mila siciliani che hanno partecipato alla celebrazione della santa messa.
500 pullman di fedeli e oltre 1500 volontari: un fiume in piena di persone emozionate e gioiose, che hanno sfidato il caldo cocente pur di ascoltarlo. 700 i religiosi provenienti anche da altre parti della Sicilia e 40 i vescovi dell'Isola che hanno concelebrato insieme a lui.

Le parole del Pontefice. "Chi vive per sé, chi moltiplica i suoi fatturati, chi ha successo, chi soddisfa pienamente i propri bisogni appare vincente agli occhi del mondo - ha detto il Santo Padre -.  Gesù ci dice invece di ribaltare tutto questo perché solo chi si dona trova il senso della vita e vince".
Dunque donarsi è la chiave della vita lontano da soldi e potere che danno solo false illusioni. "Il denaro e il potere non liberano l'uomo, lo rendono schiavo. Il vero potere è il servizio - continua Papa Francesco -. E il successo più grande non è la propria fama ma la propria testimonianza".

Papa a Palermo 2

Il ricordo di padre Puglisi. Nel suo discorso un passaggio viene dedicato proprio alla memoria di padre Pino Puglisi. "Don Pino non viveva per farsi vedere, non viveva di appelli antimafia e nemmeno si accontentava di non fare nulla di male, ma seminava il bene. Venticinque anni fa, quando morì nel giorno del suo compleanno, coronò la sua vittoria con il sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore". "Abbiamo bisogno di tanti preti del sorriso, di cristiani del sorriso, non perché prendono le cose alla leggera ma perché sono ricchi soltanto della gioia di Dio perché credono  nell'amore e vivono per servire".

Contro la mafia. In una Sicilia che da sempre è stata tormentata dalla presenza mafiosa, il Santo Padre ha voluto con forza lanciare il suo appello ai mafiosi affinché si convertano dal male.
"Chi è mafioso non vive da cristiano perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore – ha affermato -. Oggi abbiamo bisogno di uomini di amore e non di uomini d'onore; di servizio non di sopraffazione; di camminare insieme non di rincorrere il potere. Perciò ai mafiosi dico: cambiate! Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo! Altrimenti la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte". Ha poi denunciato in maniera chiara la “litania mafiosa”, che è: 'Tu non sai chi sono io'. Mentre - ha detto ancora Francesco -, quella cristiana è: 'Io ho bisogno di te'. E quindi ha continuato: “Se la minaccia mafiosa è: ‘Tu me la pagherai’, la preghiera cristiana è: ‘Signore, aiutami ad amare’.

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Migliaia di applausi hanno accolto i suoi ultimi passaggi quando ha ricordato ancora padre Puglisi, povero fra i poveri della sua terra. "Nella sua stanza la sedia dove studiava era rotta - ha sottolineato -. Ma la sedia non era il centro della vita, perché non stava seduto a riposare ma viveva in cammino per amare. Ecco la mentalità vincente. Ecco la vittoria della fede che nasce dal dono quotidiano di sé e che porta il sorriso di Dio sulle strade del mondo. Dare la vita è stato il segreto della sua vittoria, il segreto di una vita bella. Oggi scegliamo anche noi una vita bella".

Il pranzo con gli ultimi. Dopo la solenne celebrazione, è stata la volta del pranzo nella Missione Speranza e Carità insieme a 1500 tra senza dimora, immigrati, ex carcerati e detenuti. Ad accoglierlo nella struttura il missionario laico Biagio Conte e gli altri fratelli della missione, sulle note del canto "Mare mare mare", testo scritto da una suora, intonato da alcuni bambini. In cielo, al suo ingresso, sono stati liberati palloncini bianchi e gialli. La comunità femminile della missione, composta da persone di varie nazionalità, ha realizzato delle statuine che raffigurano persone di tutto il mondo. Tutte la statuine sono state messe su una imbarcazione per lanciare il messaggio "siamo tutti sulla stessa barca per costruire insieme un mondo migliore".

La visita del Pontefice a Palermo prevede un breve incontro in cattedrale con i religiosi. Infine la sua giornata si concluderà nel pomeriggio con l'incontro con 5 mila giovani, previsto nell'area esterna di piazza Politeama, provenienti da tutte le diocesi siciliane per un vero e proprio happening di festa e di gioia. (set)

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