Papa Francesco visiterà i rifugiati del Centro Astalli
Papa Francesco I
ROMA – Papa Francesco visiterà presto la mensa del Centro Astalli a Roma, che a pochi passi da piazza Venezia accoglie rifugiati da ogni parte del mondo: la notizia arriva dal presidente del Centro Astalli, padre Giovanni La Manna, che in prima battuta ha scelto Twitter per condividerla. “Ho scritto al Papa per invitarlo alla Mensa Astalli, ieri una telefonata al cellulare: era Papa Francesco che mi diceva che verrà, stupendo”, ha scritto sul social network.
L’invito alla mensa era partito con una lettera circa due settimane fa: nell’occasione, padre La Manna invitava papa Francesco a visitare la struttura alla quale si rivolgono complessivamente, secondo gli ultimi dati del Rapporto annuale che saranno presentati proprio domani alla stampa, circa 21 mila persone all’anno. Il Centro Astalli è la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (Jesuit Refugee Service), organizzazione attiva in più di 40 nazioni, la cui missione è accompagnare, servire e difendere i diritti dei rifugiati e degli sfollati. A fondarla nel 1980 fu padre Pedro Arrupe, allora superiore generale della Compagnia di Gesù, come risposta pratica e spirituale alla sofferenza dei rifugiati: per papa Bergoglio, gesuita, si tratterà dunque di andare a visitare la realtà principale che il suo ordine religioso mette in campo a Roma per fronteggiare le necessità dei rifugiati. Non c’è ancora una data stabilita per la visita, ma la macchina organizzativa si è messa in moto e i tempi non dovrebbero essere lunghi.
“Avevo inviato al papa una lettera di invito, in fondo alla quale avevo messo i miei recapiti, compreso il numero di cellulare – dice oggi padre La Manna. Sabato mattina lui ha pensato bene di telefonarmi direttamente per dirmi che aveva ricevuto l’invito, che verrà al Centro Astalli e che mi pregava di salutare gli amici rifugiati. Non c’è ancora una data, occorrerà trovare un momento per la visita, ma ho percepito chiaramente il suo desiderio di venire e il suo chiaro ‘Verrò a trovarvi’”.
Ma che effetto fa ricevere una telefonata dal papa? “Ti spiazza completamente – risponde padre La Manna – ma questo fatto dice tutta la sua volontà di uscire dalla formalità e il desiderio di un contatto diretto con le persone: cerca la relazione, sempre, e del resto ce ne siamo già accorti con gli abbracci ai deboli, agli ammalati, alle persone disabili, ai poveri”. La chiamata del papa – racconta ancora La Manna – “è arrivata alle 10:17 di sabato mattina, quell’ora non me la scorderò mai: il numero era privato, e quando ho risposto mi sono sentito dire ‘Sono papa Francesco’”. Molto facile pensare ad uno scherzo, e anche padre La Manna confessa di aver avuto la certezza che fosse papa Bergoglio solo nel momento in cui, immediatamente dopo la presentazione, l’interlocutore ha fatto accenno alla lettera che gli era stata spedita. “In pochi sapevamo di quella lettera – ragiona il presidente del Centro Astalli - e ai miei collaboratori non avrei mai perdonato uno scherzo simile: in quel momento ho avuto la certezza che parlavo davvero con il papa”. In attesa della visita, resta intanto la gioia per l’inattesa notizia: “Fra noi che ogni giorno stiamo a contatto con i poveri e al loro servizio, c’è grande entusiasmo perché sentiamo che il papa ci sostiene. Questo ci rafforza e ci entusiasma nel nostro lavoro non facile”. (ska)