13 marzo 2015 ore: 12:33
Famiglia

Papà separati, uomini fragili: sostegno e una casa per ricominciare a vivere

Iniziativa della Caritas di Palermo: la struttura accoglie fino a 10 persone, con la possibilità di ospitare anche i figli per brevi periodi. Un'equipe di esperti per sostenere il trauma: una boccata di ossigeno che li accompagna nel loro percorso di autonomia
Uomo disperato, povertà

PALERMO - Una casa condivisa all’insegna dell’accoglienza e un percorso di accompagnamento personale per dieci padri separati che, anche con i figli, hanno la possibilità di vivere all’interno di alcuni locali del centro Agape della Caritas di Palermo di piazza Santa Chiara.

Già attivo da alcuni mesi, il progetto prevede l’accoglienza di alcuni padri separati con una disponibilità complessiva di 10 posti letto. Attualmente sono tre gli uomini accolti nella sede e per il momento si sta lavorando per l’inserimento di altre due persone. L’iniziativa, che si avvale dei fondi dell’8 per mille e rientra nel progetto "Housing first" che coinvolge 15 Caritas siciliane, punta ad offrire una risposta diversa al problema abitativo, andando oltre i sistemi di accoglienza tradizionali basati su forme di sostegno e alloggio temporaneo. Tra le facce delle nuove povertà ci sono, infatti, anche gli uomini che vivono il dramma della separazione, che non hanno una casa e in alcuni casi neanche un lavoro. Quando la casa c’è, questa risulta abitata dall’ex coniuge e dai figli che hanno diritto al mantenimento stabilito dal giudice. Molti di loro affollano sempre di più le mense delle associazioni, alcuni si riducono a vivere perfino in automobile, cadendo in depressione ed entrando in una spirale di sofferenza psico-fisica da cui non è facile uscire.

Alla Caritas, a seguire i padri separati c’è un gruppo di operatori esperti: la psicologa, l’assistente sociale, l’educatore e anche l’avvocato. La Caritas di Palermo, sta cercando di rispondere a questa emergenza. Si tratta di un appartamento con stanze singole, munite di qualche lettino dove potere accogliere periodicamente anche i figli. Accanto alle stanze, sono previsti anche alcuni spazi comuni e una cucina da condividere. “Si tratta, senz’altro di un’opportunità che stiamo offrendo loro per ridare dignità alla loro vita – dice padre Sergio Mattaliano, direttore della Caritas palermitana –, una  piccola boccata di ossigeno che li accompagna nel loro percorso di autonomia e cerca in qualche misura di dare quel poco di serenità  indispensabile per andare avanti”.

“In questi mesi abbiamo conosciuto tantissimi papà - racconta Claudia Casella, assistente sociale della Caritas -. Abbiamo ascoltato tante storie di persone che, per motivi vari hanno affrontato il percorso drammatico della separazione dalla famiglia. In molti casi, si tratta di uomini che vivono una situazione di fragilità e precarietà notevole. Ogni storia ha la sua particolarità e accompagnare queste persone, passo dopo passo nel loro quotidiano, aiuta sia loro che noi perché stiamo scoprendo un mondo nuovo e situazioni nuove”.

"Queste persone non solo hanno vissuto una separazione dalla famiglia con tutta la sofferenza del caso – continua Sergio Mattaliano – ma si tratta di realtà più complesse molto traumatiche in cui c’è, spesso, un forte dolore interiore e poi ci sono anche situazioni sgradevoli, conflitti e interessi che appesantiscono ancora di più la situazione. L’obiettivo, insomma, è quello di sostenere da tutti i punti di vista alcune persone profondamente lacerate da più problemi”. “Le storie sono molto diverse tra di loro e abbiamo persone più giovani e meno giovani – continua l’assistente sociale Claudia Casella -. In loro c’è, sicuramente, una grande consapevolezza della difficoltà e della sofferenza che stanno vivendo, ma all’inizio non è facile maturare l’idea che ci sia un equipe che è disposta ad accompagnarli perché non sono abituati a vedere qualcuno che cammina con loro.”

“Si tratta, nella gran parte di casi, di persone molto sole e per loro sapere che c’è un punto di riferimento forte che non è soltanto determinato dalla sede ma da persone pronte ad aiutarle è molto importante perché, a poco a poco, da loro maggiore sicurezza, spingendoli ad andare avanti nonostante tutto. La finalità del progetto è quella che possano raggiungere un equilibrio personale e alcune autonomie organizzative e lavorative tali da consentire successivamente di proseguire il loro percorso di vita”. (set)

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