3 marzo 2022 ore: 11:58
Disabilità

Paralimpiadi, l’Ipc ci ripensa: atleti russi e bielorussi fuori da Pechino 2022

A distanza di neppure 24 ore dal sofferto via libera di ieri, le proteste delle altre nazioni che minacciavano di non competere hanno convinto il Comitato Paralimpico Internazionale a cambiare idea: “Situazione insostenibile, russi e bielorussi - vittime dei loro governi - non potranno gareggiare”
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ROMA  - Non è durato neppure un giorno il difficile tentativo del Comitato Paralimpico internazionale di far convivere la presenza in gara alle Paralimpiadi di Pechino 2022 degli atleti russi e bielorussi con lo scenario di guerra apertosi in Ucraina dopo l’invasione da parte della Russia di Vladimir Putin. La “ribellione” di un gran numero di dirigenti e atleti paralimpici delle altre nazioni partecipanti, atteggiamento che metteva a rischio la stessa disputa delle gare, ha portato il board dell’Ipc a rivedere in tempi record la decisione assunta ieri di far competere gli atleti russi e bielorussi sotto insegne neutrali, senza inno e bandiera nazionale. E così è stato deciso di non accettare l’iscrizione degli atleti affiliati al Comitato paralimpico russo e al Comitato paralimpico bielorusso, che dunque – a questo punto è ufficiale – non parteciperanno ai Giochi Paralimpici.

Dalle parole di Andrew Parsons, presidente dell'IPC, traspare tutta la difficoltà nella gestione di una situazione di assoluta emergenza che il Comitato paralimpico internazionale si è trovato a dover gestire quando ormai il countdown dell’inizio dei Giochi (prevista per domani la cerimonia inaugurale) non lasciava spazio per soluzioni intermedie. Nelle ultime 12 ore i vertici dell’Ipc hanno dovuto fare i conti con la dura posizione espressa dalla stragrande maggioranza dei comitati paralimpici nazionali presenti a Pechino, che hanno messo in guardia rispetto alle conseguenze della decisione assunta ieri di lasciar gareggiare russi e bielorussi. Così, di fronte alle proteste di un numero schiacciante di squadre, dirigenti e atleti, e con il rischio paventato chiaramente che alcune delegazioni potessero boicottare i Giochi, scegliendo di ritirarsi e di non competere (in presenza di atleti russi e bielorussi, o perfino a prescindere), il board dell’Ipc ha compreso che a repentaglio c’era l’interesse dello stessa Paralimpiade e della sua stessa esistenza. Dunque, fuori gli 83 atleti provenienti da Russia e Bielorussia, “vittime delle decisioni di guerra assunte dai loro governi”.

Parsons: "Evitiamo gravi conseguenze sullo svolgimento dei Giochi"

“All’Ipc – ha affermato Parsons in un lungo comunicato - siamo fermamente convinti che sport e politica non debbano mescolarsi; tuttavia, e non per colpa nostra, la guerra è arrivata a questi Giochi e dietro le quinte molti governi stanno avendo un'influenza sul nostro amato evento. L'Ipc è un'organizzazione che si basa sui suoi membri e siamo molto ricettivi alle loro opinioni. Quando essi hanno eletto il Consiglio, nel dicembre 2021, è stato per mantenere e sostenere i principi, i valori e le regole del Movimento Paralimpico. In quanto membri del Consiglio, questa è una responsabilità e un dovere che prendiamo molto sul serio. Nel prendere la nostra decisione di ieri, guardavamo alla salute e alla sopravvivenza a lungo termine del movimento paralimpico e siamo fieramente orgogliosi dei principi e dei valori che hanno reso il movimento quello che è oggi”.

“Tuttavia – prosegue il presidente dell’Ipc - ciò che è chiaro è che la situazione in rapida escalation ci ha ora messo in una posizione unica a così breve vicinanza dall'inizio dei Giochi. Ieri abbiamo detto che avremmo continuato ad ascoltare, ed è quello che stiamo facendo. Nelle ultime 12 ore un numero schiacciante di membri è stato in contatto con noi in modo molto franco e aperto, e di questo sono grato. Ci hanno detto che se non riconsideriamo la nostra decisione, è probabile che essa avrà gravi conseguenze per lo svolgimento dei Giochi Paralimpici Invernali di Pechino 2022. Numerosi comitati paralimpici nazionali (alcuni dei quali sono stati contattati dai loro governi), squadre e atleti stanno minacciando di non competere. Garantire la sicurezza e la protezione degli atleti è di fondamentale importanza per noi e la situazione nei villaggi degli atleti si sta aggravando ed è ora diventata insostenibile. Noi abbiamo in primo luogo il dovere, come parte della missione paralimpica, sancita dal nostro Statuto, di garantire e supervisionare l'organizzazione di Giochi Paralimpici che siano di successo, per garantire che nello sport praticato all'interno del movimento paralimpico prevalga lo spirito del fair play, sia bandita la violenza, si gestisca il rischio per la salute degli atleti e si rispettino i principi etici fondamentali. Avendo presente tutto ciò, e al fine di preservare l'integrità di questi Giochi e la sicurezza di tutti i partecipanti, abbiamo deciso di rifiutare le iscrizioni degli atleti del Comitato paralimpico della Russia e del Comitato paralimpico della Bielorussia”.

“Agli atleti paralimpici dei paesi colpiti da questa decisione, diciamo che siamo molto dispiaciuti del fatto che subiate le conseguenze delle decisioni che i vostri governi hanno preso la scorsa settimana nel violare la tregua olimpica. Siete vittime delle azioni dei vostri governi. Il benessere degli atleti è e sarà sempre una preoccupazione fondamentale per noi. Sono 83 gli atleti paralimpici direttamente interessati da questa decisione. Ma se essi rimarranno a Pechino, è probabile che altre nazioni si ritirino e questo, probabilmente, porterebbe a invalidare i Giochi stessi. Se ciò dovesse accadere, l'impatto sarebbe di portata molto più ampia. Spero e prego – l’auspicio finale di Parsons - che si possa tornare a una situazione in cui si parli e ci si concentri totalmente sul potere dello sport di trasformare la vita delle persone con disabilità e sul meglio dell'umanità".

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