Paralimpiadi, l’Ipc salva gli atleti russi e bielorussi: a Pechino senza inno e bandiera ma in gara
La squadra paralimpica dell'Ucraina all'esterno di un aeroporto il 1 marzo 2022 prima della partenza per la Cina (foto IPC)
Di fatto, la decisione comporta la cancellazione di tutte le insegne nazionali di Russia e Bielorussia, salvando al tempo stesso la partecipazione individuale dei singoli atleti: se per la Bielorussia si tratta di una effettiva novità, per la Russia gli impedimenti relativi a bandiera e inno nazionale erano comunque già in vigore in virtù delle sanzioni da anni comminate nei confronti del Comitato paralimpico russo per la vicenda del doping sistematico praticato a livello statale.
Nel suo comunicato ufficiale l’Ipc ha condannato i governi di Russia e Bielorussia per aver violato la tregua olimpica ma ha anche spiegato che quelle prese sono le "azioni più forti" che era possibile assumere sulla base della costituzione e delle regole interne che regolano l’attività del Comitato paralimpico internazionale. In particolare è stato fatto notare che le regole attuali (peraltro recentissime, visto che l’ultima versione della Costituzione Ipc è stata votata poco più di tre mesi fa) non prevedono la possibilità che dalla violazione della tregua olimpica discenda la possibilità per il board dell’Ipc di prevedere l’esclusione o la sospensione di uno specifico comitato paralimpico nazionale.
Inoltre, il board Ipc ha deciso anche che la delegazione del comitato paralimpico russo dovrà coprire il simbolo "RPC" sulle proprie divise in tutte le cerimonie ufficiali e le competizioni sportive, e la delegazione bielorussa dovrà fare la stessa cosa rispetto alle bandiere bielorusse presenti sulle divise. Queste regole varranno, da ora in avanti, anche per tutti gli eventi svolti sotto l'egida del Comitato paralimpico internazionale, e dunque, oltre alle Paralimpiadi invernali, esse entrano subito in vigore anche per campionati mondiali e continentali, prove di coppa del mondo, gran prix e ogni altro evento paralimpico. Infine, l’Ipc ha confermato la decisione di non organizzare alcun evento in Russia o Bielorussia fino a nuovo avviso.
Parsons: "La punizione più dura possibile, gli atleti non sono gli aggressori"
“Quella decisa - ha affermato il presidente Ipc, Andrew Parsons - è la punizione più dura possibile che possiamo infliggere all'interno della nostra costituzione e delle attuali regole IPC: dopo Pechino 2022, adotteremo misure per determinare se eventuali violazioni della tregua olimpica per i futuri Giochi Paralimpici possano portare alla possibile sospensione o cessazione di un comitato nazionale. E’ triste che ciò sia necessario ma il consiglio di amministrazione dell'IPC ritiene questo necessario per costringere i governi a rendere conto delle azioni che hanno un impatto diretto sul movimento paralimpico, sui giochi paralimpici e sugli atleti paralimpici. Ciò è particolarmente vero date le origini del Movimento Paralimpico, sorto dagli orribili eventi della seconda guerra mondiale”.“Ora che questa decisione è stata presa – ha proseguito Parsons - mi aspetto che tutti gli NPC partecipanti trattino gli atleti neutrali come farebbero con qualsiasi altro atleta a questi Giochi, non importa quanto possa essere difficile. A differenza dei rispettivi governi, questi atleti e funzionari paralimpici non sono gli aggressori, sono qui per competere in un evento sportivo come tutti gli altri. Gli occhi del mondo guarderanno i Giochi Paralimpici Invernali nei prossimi giorni. È fondamentale mostrare ai leader mondiali attraverso il nostro sport che possiamo unirci come esseri umani e che il nostro vero potere si trova nel promuovere la pace, la comprensione e l'inclusione. Questo è il fulcro di ciò che fa il Movimento Paralimpico e di ciò che rappresenta. Non dovremmo perderlo di vista ora, indipendentemente dalle circostanze".