4 ottobre 2012 ore: 15:24
Disabilità

Parcheggi disabili: fotografare gli abusivi non viola la privacy

Parte dalla Sicilia un progetto di Aci Consult basato sul “social sharing” delle segnalazioni di soprusi e casi di inciviltà nelle strade. I legali: l’interesse pubblico di chi subisce il danno supera il diritto alla riservatezza di chi l’ha compiuto
Alberto Cristofari/Contrasto Parcheggio per disabili
ROMA – L’occupazione abusiva dei parcheggi riservati alle persone con disabilità è una realtà quotidiana, che però, a volte , diventa notizia. Come nel caso di Lecco, dove un cittadino disabile si è trovato con le gomme bucate, per aver rivendicato il suo diritto al posto che gli era destinato (vedi lancio nel notiziario di ieri). Una realtà con cui devono spesso fare i conti le persone disabili, ma per il quale potrebbe presto arrivare una nuova risposta, che coniuga nuove tecnologie e partecipazione. Una risposta inventata dalla sinergia tra Aci Consult e regione Sicilia (Ufficio speciale Aree ad elevato rischio ambientale dell'assessorato all'Ambiente), in collaborazione con l'università di Catania e nata, originariamente, per tutelare l’ambiente nelle zone ad alto rischio. Il progetto, denominato “Digital Environmentalist – Il mobile nei servizi integrati per e con il cittadino”, si basa sul concetto di “Social sharing” e punta a sviluppare la partecipazione di una “cittadinanza attiva” alle problematiche comuni dell’ambiente. Un modello che partirà dall'ambiente e dalla Sicilia, quindi, ma che l’Aci intende estendere presto ad altri contesti e ad altre tematiche: prima fra tutte, appunto, la sicurezza stradale e la mobilità sociale, con particolare riferimento alle situazioni di “inciviltà”, quale appunto l’occupazione abusiva degli spazi riservati.
 
In concreto, utilizzando le tecnologie Gps di posizionamento, i cittadini potranno effettuare con il telefonino, il tablet o un pc, tramite un “social Hub”, singole segnalazioni all’amministrazione, relative ad abusi, degrado ambientale, mancanza di sicurezza ecc. Un approccio partecipativo, quindi, che consentirà all’amministrazione di utilizzare la coscienza civile pubblica e di gestire in modo coordinato e condiviso la mole di informazioni che gli utenti forniranno: “se anche solo l’1% della popolazione del territorio interessato dovesse utilizzare questo strumento – spiegano gli ideatori del progetto – l’amministrazione potrebbe fruire di un potenziale informativo pari a quello di un’azienda con centinaia di dipendenti, monitorando in tempo reale le necessità puntuali dell’intero territorio”. 

Con riferimento ai futuri sviluppi del progetto in tema di parcheggi riservati, lo stesso meccanismo sarà applicato in questo contesto: tramite la fotosegnalazione all’amministrazione della targa, l’utente potrà segnalare gli abusi e le trasgressioni. “Il problema della privacy, che inizialmente sembrava porsi, sembra invece superato – spiega Riccardo Colicchia, direttore di Aci Consult, forte di un parere legale chiesto allo scopo – L’interesse pubblico di chi subisce il danno supera infatti l’interesse privato di chi ha compiuto la trasgressione”. Lo scambio tra cittadini e amministrazione, poi, è bidirezionale: infatti, il cittadino iscritto al social hub potrà essere invitato dall’amministrazione, tramite messaggi e in base alla propria posizione, a verificare lo stato e l’andamento di situazioni considerate pericolose o irregolari. Il progetto sperimentale partirà a febbraio in Sicilia, nelle province di Messina, Siracusa e Caltanissetta. (cl)
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