12 gennaio 2018 ore: 15:57
Immigrazione

Passeggiate interculturali per riscoprire la propria città

Nei Migrantour gli accompagnatori sono giovani di prima o seconda generazione migratoria che raccontano luoghi e quartieri associandovi i propri vissuti o esperienze. Se ne parla a Italia-Italie, trasmissione di Radio Città del Capo, con Ali Tanwer di Next Generation Italy che li organizza a Bologna
Guide multiculturali, Bologna

BOLOGNA - Tour interculturali per far conoscere o rivisitare alcuni luoghi della propria città. Sono i Migrantour, passeggiate in cui giovani di prima o seconda generazione migratoria raccontano piazze, quartieri, monumenti associandovi i propri vissuti o esperienze. Se ne parla a Italia-Italie, tramissione realizzata in collaborazione con Redattore Sociale in onda ogni giovedì sull’emittente bolognese Radio Città del Capo, insieme a Ali Tanwer, vice presidente dell’associazione Next Generation Italy che organizza i Migrantour a Bologna. “Uno dei percorsi che facciamo attraversa la Bolognina, il quartiere più multietnico della città – racconta Tanwer, italiano di origine pakistana che vive a Bologna da quando aveva 5 anni – L’abbiamo scelto per far vedere alla società civile che il fatto che siano presenti tanti popoli diversi in un posto solo non è necessariamente negativo ma porta grande ricchezza. È come avere un mondo in un quartiere ed è quello che proviamo a trasmettere con le passeggiate”. Un altro itinerario tocca i luoghi di culto del centro storico di Bologna passando dalla sala di preghiera islamica alla chiesa greco-ortodossa dalla chiesa valdese a quella cattolica. “Bologna sta diventando la culla di tante religioni, per questo abbiamo ideato un percorso tra i luoghi dei diversi culti presenti in città – continua Tanwer – L’obiettivo non è avvicinare le persone a un’altra religione o confermare stereotipi ma farli entrare in luoghi che si pensa siano preclusi. Ogni volta che le portiamo nella sala di preghiera islamica, ad esempio, le persone ci ringraziano perché non sanno che possono accedervi: dall’esterno non si vede la sala e quando si apre la porta si entra in un mondo fatto di simboli, tappeti, usanze diverse”.

Nella puntata di Italia-Italie si parla anche di “Mappe per una geografia umana delle donne”, il libro realizzato dall’associazione interculturale Trama di Terre che raccoglie le storie delle richiedenti asilo accolte nel centro gestito dall’associazione a Imola: donne in fuga da guerre, violenze e discriminazioni di genere che, dopo viaggi lunghi una vita, hanno ritrovato casa nel territorio imolese. A raccontare le loro storie Franca Tarozzi, che le ha raccolte, e Consuelo Bianchelli, operatrice di Trama di Terre. Tra di loro c’è la storia della “donna che ha viaggiato 12 anni” come l’ha definita Franca Tarozzi. “Questa donna, che oggi ha circa 40 anni, è fuggita dalla Somalia a causa della guerra civile nel 1991 e attraverso Yemen e Giordania è arrivata in Siria – racconta Tarozzi – A Damasco è nato suo figlio e lei ha iniziato a lavorare a servizio per una famiglia somala. Pensava di essere arrivata, ma dopo 6 anni scoppia la guerra e lei scappa di nuovo via Turchia verso la Grecia: in un attraversamento del confine perde il figlio, lo ritrova grazie alla comunità somala e torna in Turchia per riprenderlo, prova a vivere lì ma non si trova bene e solo allora decide di tentare la via dell’Europa”. Il suo arrivo in Italia è traumatico perché perde nuovamente il figlio e non lo ritrova. “Ha tentato in tutti i modi di non lasciare le sue impronte ma la polizia la costringe e poi la lascia libera di andare – continua – E lei prende un treno e va in Svezia, senza essere fermata a nessuna frontiere, e raggiunge un’amica che vive lì. Dopo due anni, fa domanda di asilo e le viene comunicato che deve ritornare in Italia”. (lp)

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