Redattore Sociale-Caritas Migrantes. La differenza tra italiani e stranieri si concentra tra i 20 e 30, ma dai 40 anni in poi il “tasso di delinquenza” è minore degli italiani
ROMA - La ricerca “La criminalità degli immigrati: dati, interpretazioni e pregiudizi”, promossa dall’Agenzia Redattore Sociale e realizzata dall’équipe del Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes, presentata oggi a Roma presso la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) calcola per la prima volta l’effettiva incidenza degli immigrati sulla criminalità anche in base alle singole fasce di età. In mancanza di cifre specifiche, il dato si basa sulle condanne penali comminate nel 2004 (239.391, delle quali 62.236 a carico di immigrati) e presume che sia equiparabile a quello delle denunce del 2005. Ne emerge che l’incidenza degli immigrati regolari si concentra nella fascia di età più giovane in modo molto più rilevante che per gli italiani (95,5% rispetto a 73,7%). La differenza tra italiani e stranieri si concentra tra i 20 e 30, “una fascia di età in cui è più frequente che gli immigrati inizino la loro vicenda migratoria”. Dai 40 anni in poi, quando l’inserimento si è consolidato, il tasso di delinquenza è minore degli italiani. “Se anche tra gli italiani i giovani di 18-44 anni fossero il 92,5% del totale, - commentano gli osservatori - le denunce per questa fascia di età aumenterebbero di più di 200 mila unità e, nel complesso, la popolazione italiana avrebbe un tasso di criminalità dell’1,02%, molto vicino all’1,24% registrato per la popolazione immigrata regolare”. (vedi lanci successivi)