3 ottobre 2017 ore: 13:59
Giustizia

Per i minori detenuti al Beccaria ala ristrutturata e festa per i 10 anni del rugby

Dopo anni di protesta, don Gino Rigoldi è ottimista sul futuro dell'Istituto penale per minori Beccaria, di cui è cappellano. La settimana prossima ci sarà il trasferimento atteso da 8 anni. Resta però il problema della mancanza di un direttore. Ogni stagione 15 ragazzi si cimentano nello sport grazie agli allenatori volontari
Rugby nel carcere Beccaria 1

MILANO - Dopo anni di protesta, don Gino Rigoldi è ottimista sul futuro dell'Istituto penale per minori Beccaria, di cui è cappellano. Settimana prossima, salvo sorprese dell'ultima ora, i ragazzi, gli educatori e gli agenti della Polizia penitenziaria si trasferiranno nella parte ristrutturata del carcere: è da 8 anni che aspettano questo momento. "Dove sono ora è un letamaio -aggiunge senza tanti giri di parole-. Nell'ala nuova avranno spazi dignitosi". Non solo. "Trovo che ora ci sia più attenzione e voglia di fare meglio nella magistratura di sorveglianza e nel Provveditorato regionale alle carceri - sottolinea -. Per questo sono fiducioso". Attualmente al Beccaria sono reclusi 45 minori. La parte ristrutturata ha una capienza di circa 30 posti. "Alcuni ragazzi devono uscire in questi giorni e quindi non dovrebbero esserci problemi". Rimane però il problema che nell'istituto penale minorile di Milano non c'è un direttore. "Da anni si succedono funzionari facenti funzione -si rammarica il cappellano-. Ma non è la stessa cosa. È come se al Beccaria mancasse una regia. È scandaloso e quando il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, verrà a Milano cercherò di parlargli personalmente, perché questa situazione va risolta al più presto". 

In attesa di entrare nell'ala ristrutturata, all'Istituto penale minorile Beccaria si festeggiano i 10 anni di "Freedom Rugby", progetto di sport promosso dalla storica Rugby Milano. Ogni stagione 15 ragazzi reclusi si cimentano in questo sport nel campo del carcere, grazie agli allenatori volontari che ogni sabato varcano il portone di via Calchi e Taeggi. "Ai ragazzi diamo la possibilità di praticare uno sport che richiede forza, rispetto delle regole e gioco di squadra -spiega Sergio Carnovali, presidente dell'associazione sportiva-. Ha quindi un grande valore educativo". "Il rugby richiede fisicità e intelligenza -aggiunge don Gino Rigoldi-. Per i nostri ragazzi, che sono svelti a esplodere, trovarsi in un contesto in cui possono farlo correttamente mi pare cosa utile. Hanno una bassa stima di se stessi e quindi hanno bisogno di qualcuno che dia valore al loro fare, che ascolti le loro parole e le prenda sul serio senza prediche, ma aiutandoli a farli sentire importanti l'uno per l'altro". 

Rugby nel carcere Beccaria 1

Nelle carceri di Milano si gioca a rugby. Non solo al Beccaria. Rugby Milano ha infatti avviato progetti anche nelle carceri di San Vittore e Bollate. "Abbiamo poi coinvolto i profughi che sono accolti nel centro di via Corelli -aggiunge il presidente-. E ora due di loro sono inseriti in una delle nostre squadre". (dp)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news