23 luglio 2015 ore: 13:54
Economia

Piano povertà del governo. Cisl: “Delusi, ci aspettavamo qualcosa in più”

Nonostante le “premesse positive” le linee di indirizzo proposte del ministro Poletti non convincono il sindacato. Incertezze non solo sulle risorse, ma anche su tempi e modalità. Bernava:“Basta sperimentazioni. Per il governo è tempo di scegliere le priorità”
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ROMA - “Positive le premesse di un piano contro la povertà avanzate dal ministro Poletti, ma su alcune cose siamo rimasti molto delusi: ci aspettavamo qualcosa in più”. Dopo l’incontro tra il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, con gli enti locali tenutosi ieri per presentare le linee guida del “Ria” (il reddito di inclusione attiva promosso presentato al partenariato sociale la scorsa settimana), è Maurizio Bernava, segretario confederale della Cisl (che insieme a circa 30 altre organizzazioni fa parte dell’Alleanza contro la povertà), a chiedere un impegno al governo su un tema, quello della povertà, divenuto cruciale per il futuro del paese.

Per Bernava, infatti, nonostante l’incontro tra Poletti e il partenariato sociale tenutosi lo scorso 16 luglio sia stata “la prima volta in cui un governo ha posto il problema di come strutturare un piano contro la povertà”, questo non è bastato a convincere le organizzazioni che hanno partecipato all’incontro. Il cambio di rotta c’è stato, ma la direzione da prendere non è poi così scontata. “Poletti ha un’idea chiara di quello che serve ed è consapevole che la proposta è molto incompleta e parziale – spiega Bernava -. È vero che c’è un problema di copertura, dopo la sentenza sulle pensioni, ma è tempo in cui il governo deve fare scelte di priorità. Deve trovare risorse da investire: la mancanza di risorse non può diventare una scusa. Un governo si qualifica non solo per la capacità di comunicare e per la velocità con cui prende le decisioni, ma anche per la capacità di saper selezionare le priorità”.

Al centro delle critiche, già avanzate dalle Acli, il nodo risorse. Dopo la riunione del partenariato, infatti, si è parlato di circa 1,5 miliardi e mezzo per tre anni, ma dal ministero hanno subito chiarito: nessuna proposta ufficiale da inserire in legge di stabilità, si è trattato solo di una indicazione sulle risorse necessarie per avviare una misura “dignitosa”. Gli unici fondi certi, ad oggi, riguardano soltanto quelli della sperimentazione del Sia e ulteriori 1,2 miliardi di euro per i prossimi sette anni del Pon Inclusione. Per Bernava, però, la questione risorse è cruciale. “Il governo avrebbe dovuto presentare, accanto ad un programma di come utilizzare i fondi europei, un progetto per la prossima legge di stabilità – spiega -. Avremmo voluto un segnale, come ad esempio partire con le famiglie numerose in povertà assoluta con minori a carico. Invece questa impostazione non c’è”. Per Bernava, serve più coraggio. “Lo stesso che ha avuto il governo per il bonus fiscale per la assunzioni a tempo indeterminato – aggiunge -. Era un’esigenza per il Paese come questa”.

A preoccupare la Cisl, però, non è solo la questione delle risorse. Quel che spaventa è anche l’incertezza legata ad un piano non ancora ben strutturato e sugli stessi tempi del “Ria”. “Siamo molto delusi e rammaricati sul fatto che il governo continua a reiterare l’idea di una sperimentazione – aggiunge Bernava -, piuttosto che puntare su uno strumento permanente, strutturale e pluriennale che copra quantomeno la povertà assoluta. Ci si aspettava questo, invece, non è indicato né il percorso né quanto possa partire la sperimentazione di questo Ria, perché si parla di un anno”. Ai dubbi sull’estensione temporale della misura di Poletti, però, potrebbero aggiungersi anche quelli dell’Europa. Il Ria, per Bernava “è una riedizione del Sia, perché la stessa Commissione europea non ha condiviso il Sia e ha fatto dei richiami. Era troppo fragile e inconcludente. Hanno strutturato il Sia che diventa un’altra cosa, cioè il Ria e incapperemo di nuovo in un richiamo della Commissione europea. Non è quello che serve. Nel 2015 abbiamo bisogno di strumenti che siano strutturali e che facciano parte della programmazione del governo”.

Mentre il governo cerca definire la strada da prendere contro la povertà, però, cresce il numero delle regioni che, come in passato, stanno cercando una propria soluzione alla povertà assoluta. E proprio su questo Bernava invita il governo ad intervenire. “Deve finire il tempo delle sperimentazioni – chiede il segretario confederale della Cisl -. È tempo di definire le priorità altrimenti in questo paese aumenteranno i divari territoriali. Abbiamo chiesto a Poletti di intervenire perché secondo noi è sbagliata questa proliferazione di sperimentazioni regionali. È veramente pericoloso e alla Cisl dispiace che non ci sia un dibattito su questo tema. In questo modo facciamo l’opposto di quello che serve, cioè uno strumento nazionale omogeneo, strutturale e pluriennale, un ripensamento dei sistemi del welfare e una ottimizzazione delle risorse. Credo che questa debba essere la volta buona. La lotta alla povertà è una priorità del nostro paese. Per tutti, non solo per i poveri, anche per chi sta bene”. (ga)

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