Le associazioni si muovono dopo il primo incontro della rete per l’accoglienza dei profughi. Il Servizio mobile di Piazza Grande impegnato da stasera nella mappatura, mentre gli studenti di Scienze dell’educazione pensano a offrire corsi di italiano
BOLOGNA – Dieci giorni per la mappatura dei profughi in città. È il tempo che si dà il Servizio mobile di Piazza Grande per capire chi sono e quante sono le persone che non rientrano nel piano di accoglienza per i profughi arrivati dalla Libia e dalla Tunisa. La mappatura è il primo passo con cui si muoverà la rete riunita per la prima volta ieri dall’assessore al Welfare Amelia Frascaroli. Ne fa parte anche il Servizio mobile di Piazza Grande, che già normalmente entra in contatto con le fasce di disagio presenti a Bologna. “Da stasera – spiega il responsabile Alessandro Tortelli – ci concentreremo sui profughi, cercheremo di capire quanti sono, che età anno, da dove vengono, ma soprattutto di stabilire un primo contatto”. La speranza è di ottenere un quadro della situazione attuale nel giro di dieci giorni. “Dopo un picco iniziale, gli arrivi in città erano diminuiti – continua Tortelli – ma negli ultimi giorni sono tornati ad aumentare”. Il servizio mobile ha già qualche idea sui luoghi da cui iniziare la mappatura. “Ad esempio i parchi. In stazione centrale, luogo normalmente frequentato dai senza dimora, sono invece meno presenti”.
Fra le associazioni che fanno parte della rete per l’accoglienza c’è anche “La piazza educativa”, formata da un gruppo di educatori e studenti di Scienze dell’educazione. In particolare l’associazione si è resa disponibile per organizzare corsi di italiano destinati ai profughi. Per il momento si raccolgono adesioni sulla pagina Facebook del gruppo (
http://www.facebook.com/home.php#!/home.php?sk=group_136985236373628) e all’indirizzo
lapiazzaeducativa.bo@gmail.com. (ps)