5 marzo 2015 ore: 15:56
Salute

Piemonte, è lotta all’azzardo: supporto legale ai comuni e incentivi a chi dismette le slot

Verrà presentato a breve il piano di contrasto al gioco patologico annunciato a settembre: confermata la riduzione dell’Irap per gli esercenti che dismetteranno le slot. La regione offrirà assistenza legale in caso di ricorsi delle società che gestiscono gli apparecchi da gioco
Gioco d'azzardo: uomini e slot

TORINO - La “guerra” era già stata dichiarata sei mesi fa. E ora, contro il gioco d’azzardo, la regione Piemonte si appresta effettivamente a passare al contrattacco. A svelarlo è lo stesso assessore alla Sanità, Antonio Saitta, che conferma quanto già annunciato nel settembre scorso, quando illustrò a grandi linee il piano triennale che la giunta regionale stava stilando per un più deciso contrasto del fenomeno. La presentazione in Consiglio “è fissata per lunedì 16 marzo - spiega Saitta - quando illustreremo anche la legge regionale che accompagnerà la nuova programmazione”.

Ad essere confermata è anche e soprattutto la misura che, nelle intenzioni della Giunta, dovrà rappresentare il “perno su cui sviluppare l’azione di contrasto”: la riduzione dell’aliquota Irap per gli esercenti che sceglieranno volontariamente di dismettere le slot, che già in settembre ha scatenato le ire delle associazioni di categoria, prima tra tutte la Sapar, una sigla che rappresenta oltre 1.500 tra gestori e produttori di macchine da intrattenimento.

Proprio agli eventuali ricorsi di associazioni, esercizi commerciali e società distributrici sarà dedicato un capitolo della programmazione: “La Regione - precisa Saitta - offrirà consulenza e supporto legale ai Comuni, in modo che non si trovino costretti a cedere di fronte ai ricorsi, come è già accaduto in diverse occasioni”. Il riferimento è al caso di Verbania, che nel 2005 fu il primo capoluogo italiano a introdurre una legge che regolava, su tutto il territorio comunale, gli orari di accensione delle slot (consentite dalle 15 alle 22); fissando inoltre in 150 metri la distanza minima di apparecchi e sale da gioco rispetto a punti sensibili come scuole, centri per anziani o luoghi di culto.  Nel 2011, il Tar del Piemonte accolse il ricorso per “limitazione dell’attività economica” che la società Euromatics aveva intentato insieme al titolare di una delle tabaccherie sanzionate, costringendo il comune di Verbania a ritirare la legge. “Ora - spiega il neo sindaco Silvia Marchionini - aspettiamo l’esito di un secondo ricorso, con il quale la Euromatics ci ha chiesto di risarcire danni per un milione e e mezzo di euro”.

Quello di Verbania, peraltro, non è un caso isolato: man mano che i Comuni hanno cercato di porre un freno al fenomeno, negli ultimi anni i ricorsi sono andati moltiplicandosi su tutto il territorio piemontese; anche se ultimamente pare che il Tar tenda a respingerli più che in passato, come accaduto nei casi di Rivoli o, appena pochi giorni fa, di Torino. Sia come sia, secondo Saitta “il supporto della Regione, in casi del genere, potrà aiutare le pubbliche amministrazioni a non cedere di fronte alle pressioni dei ricorrenti”.

Proprio la vicinanza ai Comuni, del resto , era stata annunciata dalla nuova Giunta regionale come un forte segno di discontinuità rispetto al passato: “finora - aveva dichiarato Saitta a settembre - le pubbliche amministrazioni si sono spesso trovate sole nel contrasto al gioco patologico. Oggi, sia le regioni che lo Stato sono sempre più consapevoli che il gettito fiscale dell’azzardo è sorpassato dai costi sociali che il fenomeno produce: nel solo Piemonte, ogni dipartimento per le dipendenze ha dovuto dotarsi di programmi di recupero per giocatori patologici, con oltre 200 operatori impegnati a fronte di oltre 1200 utenti in trattamento in tutta la regione. Se pensiamo che mediamente un paziente in carico ai SerD costa oltre 2mila euro l’anno, e che in un anno i nuovi utenti sono stati quasi 600, ci rendiamo conto di quanto sia urgente intervenire per impedire il più possibile il diffondersi del fenomeno”. Per questo, il neo governatore Champarino aveva esplicitato l’intenzione di “fare degli oltre mille sindaci del Piemonte i nostri primi interlocutori nella lotta al gioco”.

Sul piano della prevenzione, invece, oltre alle realtà del terzo settore, i referenti privilegiati dovevano essere le Asl: per questo, Saitta conferma oggi il coinvolgimento dei dirigenti sanitari regionali, “i quali - spiega l’assessore - a partire da domani, saranno presenti a un ciclo di seminari formativi nei quali verranno formulati una serie di obiettivi produttivi e concretamente misurabili relativi alla prevenzione, che diverranno poi vincolanti per ogni direttore generale delle asl, man mano che procederemo con le nomine”. Oltre a questo, la Regione si appresta a ultimare la stesura “di un catalogo di iniziative di prevenzione - spiega Saitta - che coinvolgeranno le scuole medie e superiori”. Già a settembre, infatti, la Regione aveva annunciato lo stanziamento di due milioni di euro da destinare a simili attività: proprio in mattinata, gli studenti di alcuni istituti torinesi hanno partecipato a un convegno sul gioco d’azzardo mi relazione ai minori, nel corso del quale, oltre a Saitta e il sindaco di Verbania Marchionini, sono intervenuti il vicepresidente del Gruppo Abele, Leopoldo Grosso,il presidente dell’Autorità garante per l’infanzia Vincenzo Spadafora e Antonio Cajielli dell’associazione anti-usura “Art. 47, liberi dal debito”. (ams)

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