Pnrr e competenze “green”, entro il 2025 quasi 2,4 milioni di occupati
Crescita e competenze, nodo da sciogliere
La crescita occupazionale innescata dalla Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, deve trovare disponibilità di competenze, in grado di raccogliere la sfida di una crescita green. È questo uno dei nodi da sciogliere per la riuscita del Pnrr, secondo gli osservatori, che "può costituire un punto critico particolarmente rilevante".Sulla base del prodotto interno lordo per occupato, gli esperti stimano per i prossimi anni una perdita annuale di 10,2 miliardi di euro complessivi, in media il 2,5% del Pil.
Se letta attraverso la variabile dell’età, la componente giovane (15-34 anni) si fermerebbe a 534mila unità (uno su cinque), mentre la fascia (35-49 anni) risulterebbe maggioritaria con 1milione e 42mila occupati (40,8% sul totale). I lavoratori più anziani rappresentano invece il 38,3% del totale che in termini assoluti colloca gli over50 di poco sotto il milione.
In base alla ripartizione territoriale, il 48,8% degli occupati di riferimento per la transizione ecologica risultano residenti al Nord, il 35,3% nel Mezzogiorno e il restante 15,9% nelle regioni del Rispetto al 2020, grazie alla Missione 2, l’incremento di occupazione femminile e giovanile sarebbe da un lato di 385mila donne, dall’altro di 201mila giovani (tab. 4). Per l’occupazione femminile si supererebbe la soglia dei 10 milioni, mentre i giovani occupati si collocherebbero oltre i 5 milioni.
Imprese e sostenibilità
Nel 2020 un miliardo speso in sostenibilità
Nel 2020 ammonta ad almeno 978 milioni di euro la spesa sostenuta dalle imprese aderenti che hanno investito in sostenibilità e in economia circolare. La stima è sul 79% di cooperative aderenti che ha intrapreso almeno un’iniziativa riconducibile ad alcune delle principali tematiche dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare. Il 31,3% ha indicato l’acquisto e l’utilizzo di materiali di minore impatto (quota quasi raddoppiata rispetto al 2017); il 30,9% il risparmio energetico e la riduzione dei consumi; il 19,8% ha avviato percorsi formativi e informativi interni sulla sostenibilità; il 17,6% ha scelto di promuovere l’eco-innovazione e di investire in tecnologie rispettose dell’ambiente e il 14,5% si è indirizzato verso il riciclo e il riutilizzo dei materiali.
Industria e costruzioni l’ambito più interessato da progetti di investimento in sostenibilità è quello del risparmio energetico e riduzione dei consumi (il 44% delle cooperative). Nell’agroalimentare la quota più elevata di cooperative (il 39%) che ha avviato percorsi di sviluppo sostenibile si segnala nell’ambito degli investimenti in tecnologie rispettose dell’ambiente. Tra le cooperative di servizi e tra le cooperative sociali l’acquisto e l’utilizzo di materiali di minore impatto rappresenta il principale ambito di investimento nello sviluppo sostenibile promosso dalle aderenti nel 2020 (rispettivamente con il 37% e 34% delle cooperative). Nella cooperazione di consumo e distribuzione al dettaglio, infine, quasi una cooperativa su tre, nel 2020, ha promosso e avviato momenti formativi/informativi interni sulle tematiche della sostenibilità.