Fotoreporter e giornalista da anni visita gli istituti italiani e racconta, con le sue foto, le persone che incontra. Sul "caso" Poggioreale un libro con cento foto in bianco e nero e ora una mostra
Pino Rampolla
NAPOLI – “La ricerca di una speranza nell’inferno di Poggioreale”. Questo è il senso della
mostra fotografica “Poggioreale. Oltre il muro di uno dei più antichi penitenziari italiani” firmata dal fotoreporter e giornalista Pino Rampolla. Da anni Rampolla gira per le carceri italiane, Regina Coeli, Rebibbia, Ucciardone, Opera, San Vittore, La Giudecca. Un viaggio, partito inizialmente per realizzare un calendario per il Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), ma a cui il fotografo di origini napoletane ma romano d’adozione si è appassionato.
“Ho incontrato persone straordinarie – racconta Rampolla, che ha collaborato anche con i quotidiani Il Mattino e Roma – e sono stato testimone, in questi anni, di tutti i laboratori, dal teatro alla ceramica, che si realizzano per il benessere dei detenuti. Con loro ho attraversato selciati assolati e in loro compagnia mi sono reso conto di cosa significhi essere reclusi, non avere la possibilità di comunicare se non attraverso le esperienze che si realizzano in carcere e che diventano fondamentali per loro”.
BOXRampolla dice anche di aver concentrato la sua
attenzione sul caso di Poggioreale: “Il carcere peggiore che abbia mai visto. Una città nella città”. Il filo rosso che lega i penitenziari italiani visitati dal fotografo è quello delle persone speciali su cui si può contare all’interno, dai volontari a figure fondamentali come quella del cappellano: “Grazie a queste persone chi arriva nell’inferno trova almeno una mano tesa”. Rampolla, già vincitore di numerosi concorsi fotografici nazionali, ha raccontato tutto questo in cento foto in bianco e nero pubblicate in un libro con la prefazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e le testimonianze del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe e dell’ex direttore di Poggioreale Teresa Abate.
“Una realtà che ci umilia in Europa e ci allarma, per la sofferenza quotidiana, fino all’impulso a togliersi la vita, di migliaia di essere umani chiusi in carceri che definire sovraffollate è quasi un eufemismo”, scrive Napolitano per presentare il testo. Adesso dal libro “Poggioreale. Oltre il muro di uno dei più antichi penitenziari italiani” (Co. Art Edizioni, 2013) nasce anche un’esposizione, che sarà visitabile alla libreria Feltrinelli di Napoli, via S. Caterina a Chiaia 23, dal 9 luglio fino al 31 agosto.
"Le foto saranno solo vento – spiega l’autore – ma mi auguro possano essere rappresentative della speranza delle persone che ho incontrato nel mio viaggio. Persone che hanno sbagliato, pronte ed espirare la propria pena ma che, anche una volta uscite, trovano spesso difficoltà a rifarsi una vita”. (mn)