Politiche antidroga, i paesi europei investono solo lo 0,5% del Pil
MILANO - Ma quanto spendono i Paesi europei per contrastare la diffusione delle droghe e per curare chi ne è dipendente? Pochissimo. Una percentuale sotto lo zero del Pil. Per la precisione, tra lo 0,01 e lo 0,5 per cento. Non è insomma confortante il Rapporto europeo sulle droghe (vedi lanci precedenti) quando analizza lo stato dell'arte delle politiche antidroga in 23 Paesi. Anche perché i danni sociali causati dagli stupefacenti sono molto più elevati. "La spesa pubblica per fornire risposte al problema della droga costituisce solo una parte dei costi sostenuti dalla società a causa delle sostanze illecite -si legge nel Rapporto-. A questi si possono aggiungere i costi sostenuti dal singolo, quali contributi privati all’assistenza sanitaria, e i costi esterni a carico della società, come le perdite di produttività e gli oneri finanziari dovuti ai decessi prematuri e alle malattie riconducibili al consumo di droga. La valutazione di tutti questi costi per la società potrebbe aiutare a indirizzare le risorse in maniera più efficace. Nei paesi europei per i quali vi sono informazioni disponibili, il costo sociale delle sostanze illecite è stimato tra lo 0,1 % e il 2 % del Pil". Il Rapporto stima che siano state circa 1,4 milioni le persone sottoposte a trattamento per il consumo di sostanze illecite nell’Unione europea (1,6 milioni considerando Norvegia e Turchia), nel corso del 2015. "I consumatori di oppiacei, che rappresentano il gruppo più consistente sottoposto a trattamento specializzato, sono coloro che sfruttano la maggior parte delle risorse disponibili, prevalentemente in termini di terapie sostitutive. I consumatori di cannabis e cocaina costituiscono il secondo e il terzo gruppo più numeroso tra i pazienti che entrano in cura presso questi servizi". (dp)