16 maggio 2015 ore: 19:14
Immigrazione

Ponte Mammolo, Danese: "Non ho mandato io le ruspe"

L'assessora visita a sorpresa gli sgomberati: "Abbiamo accolto circa 200 persone e oggi sono qui per dire a donne con bambini che c'è una struttura che li sta aspettando". Intanto continua la gara di solidarietà dei privati. E Decathlon regala le tende
Sgombero Ponte mammolo 2015. Bimbo dorme per terra

ROMA - "Finora abbiamo accolto circa 200 persone e oggi sono qui per dire a donne con bambini che c'è una struttura che li sta aspettando, e che è già abitata da altre persone che vivevano in maniera stanziale nel campo e che ora hanno a disposizione un letto dove dormire e un bagno dove lavarsi". Dopo cinque giorni dallo sgombero di Ponte Mammolo, l'assessora alle politiche sociali Francesca Danese, ha deciso di fare un sopralluogo a sorpresa nel piazzale antistante la stazione, dove dormono ormai da giorni, le persone sfollate dall'accampamento noto come "Comunità della pace". L'assessora si è trattenuta per qualche ora a parlare con i migranti, in maggioranza eritrei e transitanti, cercando di convincerli a spostarsi nei centri di accoglienza a disposizione del Comune. In particolare, le famiglie e le donne con bambini. Tra queste, la mamma di Herouth, che però ha rifiutato l'offerta di un alloggio, spiegando che a beve lascerà l'Italia. "Stiamo lavorando con la prefettura e il ministero dell'Interno per una struttura pensata ad hoc per i transitanti -spiega l'assessora - ma per ora dobbiamo convincere queste persone a spostarsi, anche se continano a rifiutare il nostro aiuto. Passo qui tutte le sere in incognito per controllare la situazione".

"Non ho mandato io le ruspe". Danese ha spiegato, inoltre, che lo sgombero era previsto da tempo perché la "situazione igienico-sanitaria del campo era diventata insostenibile- ha detto - tempo fa c'è stato un incendio che poteva trasformarsi in tragedia, vista la mancanza di vie di fuga. Quindi questa decisione andava presa, e abbiamo fatto diversi incontri anche con le associazioni su questo. Ma l'ordine non è stato il mio, non avrei potuto farlo, c'è un un comitato per la sicurezza, presieduto dalla prefettura e dentro ci sono diversi attori, certamente io non posso ordinare le ruspe".

Aiuti Ponte Mammolo

Dopo cinque giorni ancora 80 persone in strada, la maggioranza sono richiedenti asilo. Sono circa ottanta le persone che continuano a dormire per strada, spiega Guglielmo dell'associazione Prime Italia, che da un anno lavorava all'interno del campo di Ponte Mammolo. "Una parte è formata da persone che vivevano in maniera stanziale nel campo da molto tempo, e con i quali stavamo portando avanti un percorso di inserimento lavorativo - sottolinea - Sono tutti titolari di protezione internazionale e non sono disponibili ad andare in un centro di accoglienza. Avevano la loro casa e ora non vogliono ricominciare da capo, chiedono un alloggio dignitoso, dopo che la loro abitazione è stata buttata giù. Oltre a loro ci sono i transitanti, molti dei quali già sono andati via, mentre altri se ne andranno a breve. Anche loro non vogliono andare in un centro per il rischio di dover essere identificati".

- Gara di solidarietà per gli sgomebrati, Decathlon regala tende da campeggio

Tende Ponte Mammolo

Intanto in queste ore sono tante le persone che stanno portando beni di prima necessità per le persone sgomberate: c'è chi porta cibo, chi vestiario e chi prodotti per l'igiene personale. Nella serata di ieri sono arrivate anche cinque tende regalate da Decatlhon Italia, che ha risposto a una richiesta di aiuto arrivata via Twitter. Anche Marco, dell'associazione Svs, è venuto oggi a fare uno screening sanitario alle persone che dormono per strada: "Abbiamo fatto una visita di controllo - spiega - e portato qualche medicinale e antibiotico". Tante anche le persone del quartiere che si sono attivate. "La solidarietà arriva solo dai privati e non dalle istituzioni - sottolinea Fabrizio -. Molto attive sono anche le associazioni e i centri sociali, che vengono a portare il cibo. E due sere fa anche la comunità eritrea di Collatina si è attivata e ha portato zighinì per tutti a cena. Quello che non vediamo è la risposta delle istituazioni". (ec)

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