14 maggio 2015 ore: 17:04
Immigrazione

Ponte Mammolo, le associazioni: “Accoglienza non per tutti, in 100 ancora per strada”

Sbrigativo e senza preavviso, le associazioni A Buon Diritto, Amnesty International, Arci, Asgi, Medu e Prime Italia puntano il dito contro lo sgombero di lunedì scorso a Roma. “Agli abitanti nessuna notizia su data e demolizione delle abitazioni”
Sgombero Ponte mammolo 2015. Tutto sotto sopra

ROMA – Uno sgombero lampo, con “conseguenze anche drammatiche” e per circa un centinaio di persone ancora niente accoglienza, solo la strada. È questo la situazione attuale a Ponte Mammolo, periferia nord est di Roma, dove si trovavano circa 400 persone tra profughi eritrei, immigrati dell’Europa dell’Est, e di altri paesi sgomberati lunedì scorso dall’insediamento che sorgeva a due passi dalla fermata della Metro. A denunciare l’attuale situazione, un comunicato congiunto di A Buon Diritto, Amnesty International, Arci, Asgi, Medici per i diritti umani (Medu) e Prime Italia. “La rapidità con cui è avvenuto lo sgombero della baraccopoli ha causato delle conseguenze in qualche caso drammatiche – spiegano le associazioni -. Nel corso dell'operazione, svoltasi in maniera repentina, molti degli abitanti non hanno avuto neanche il tempo di portare via i propri documenti ed effetti personali. E chi è riuscito a recuperare qualcosa ha avuto pochi minuti per farlo”.

Un  insediamento di cui, secondo le associazioni, si è parlato “in diverse sedi istituzionali” da qualche anno per trovare “una soluzione abitativa dignitosa”, finito però in uno sgombero “sbrigativo” e senza preavviso. Un contesto che vedeva impegnate anche le associazioni in percorsi di fuoriuscita. “Le associazioni che a vario titolo seguivano i migranti lì residenti si erano riunite più volte per avviare un percorso di uscita dalle occupazioni e di inserimento in altre strutture cittadine – spiega la nota -. Un modo di procedere che teneva conto delle diversità tra i diversi gruppi di abitanti, il tempo di permanenza presso l'insediamento e le loro aspirazioni. Ma la sbrigatività con cui l’intervento delle forze dell’ordine si è svolto ha reso vano ogni tentativo di mediazione. E la maggior parte delle testimonianze raccolte vanno in un unico senso: le persone sapevano che prima o poi sarebbero state sgomberate, ma non avevano mai avuto notizia né della data né della demolizione contestuale delle loro abitazioni”.

Critiche anche sul piano di accoglienza per gli sfollati del comune. “Nonostante si sia parlato di un piano per l'accoglienza degli sfollati – spiegano le associazioni -, nella pratica ciò non è avvenuto per tutti. E, sin dalla notte dell'11 maggio, circa 200 persone hanno passato la notte all'addiaccio”. E la situazione non sembra essere migliorata a qualche giorno dallo sgombero. “La situazione attuale è la seguente – spiegano le associazioni -: oltre un centinaio di persone si trova nel piazzale di fronte all'area sgomberata, assistito dalle associazioni che a turno forniscono i pasti. Medici per i diritti umani (Medu) è presente con la clinica mobile portando assistenza sanitaria”. Una situazione che, secondo l’associazione, “determina preoccupazione tra i residenti della zona”. Al Comune di Roma, infine, la richiesta di “valutare la condizione delle persone lì presenti e provvedere al più presto a una loro sistemazione – spiega la nota -, tenendo conto delle diverse condizioni e delle specifiche vulnerabilità e considerando anche la possibilità di realizzare strutture di transito per i migranti forzati, come è già accaduto in altre circostanze e come accade in altre città”.

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