Povertà, 200 mila persone nei centri Caritas. In aumento giovani e homeless
- ROMA - Oltre 200 mila persone accolte nei centri d’ascolto della Caritas in tutta Italia, più di quattro su dieci sono nuovi utenti, mentre cresce il numero dei senza dimora che chiede aiuto. È quanto fa sapere la Caritas nel Rapporto 2017 su povertà giovanili ed esclusione sociale in Italia “Futuro Anteriore”, presentato questa mattina a Roma nella sede dell’Associazione stampa estera. I dati raccolti dalla Caritas provengono da 1.801 centri di ascolto collocati in 180 diocesi italiane, che corrispondono all’82 per cento circa delle Caritas diocesane. “Scorporando i dati relativi ai due centri della diocesi di Ventimiglia (che hanno intercettato per lo più immigrati in transito verso la Francia) - spiega il rapporto - gli individui incontrati risultano 189.101; di questi il 46 per cento ha fatto riferimento a Cda del Nord Italia, il 33,7 per cento a strutture collocate nelle regioni del Centro e il 20,2 per cento a servizi del Mezzogiorno”.
Tra le persone incontrate, circa il 44 per cento sono persone entrate in contatto con un centro per la prima volta nel 2016. Uno su tre, invece, ha una “storia assistenziale” molto più lunga, che dura da tre anni o più. In termini di genere, inoltre, anche nel 2016 si conferma una sostanziale parità tra uomini e donne, mentre l’età media dei poveri ascoltati è pari a 43,6 anni. “I ragazzi tra i 18 ed i 34 rappresentano il 22,7 per cento del totale - spiega la Caritas -; tra gli italiani l’incidenza scende al 10,7 per cento, tra gli stranieri arriva invece al 31,5 per cento”. Il profilo dei giovani italiani incontrati coincide per lo più con il genere femminile, disoccupati e con basso livello di istruzione. Tra i giovani stranieri prevalgono i maschi, provenienti per lo più da Marocco, Romania, Nigeria Albania e Pakistan e incontrati soprattutto nei Cda del Nord; alta tra loro la quota di senza dimora (26,4%). “La presenza sempre più numerosa di persone in giovane età che si rivolgono alla Caritas pone poi una serie di importanti interrogativi - spiega don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana -. In primo luogo, data la multidimensionalità del fenomeno, le risposte alle nuove forme di povertà giovanili non possono essere solamente di tipo tradizionale, e devono necessariamente spingersi oltre la stretta dimensione dell’aiuto materiale. Occorre investire molto sull’aspetto educativo, sulla formazione, sulla componente motivazionale e di autonomia personale, in modo da garantire ai ragazzi in difficoltà forme personalizzate di accompagnamento e orientamento”.
A crescere, rispetto al 2015, è il numero dei senza dimora che rappresentano complessivamenteil 17,8 per cento del totale.“In termini assoluti si tratta di circa 26 mila individui - spiega il rapporto -, per lo più uomini, stranieri, celibi e senza figli, incontrati soprattutto nei Cda del Nord Italia. In termini di istruzione il titolo di studio più diffuso è la licenza di scuola media-inferiore. I disoccupati rappresentano quasi i due terzi del totale”. Tra le ragioni del contatto col Centro d’ascolto, ancora una volta, è la povertà economica, seguito dai problemi occupazionali, dai problemi abitativi e familiari e molo spesso si cumulano due o più ambiti problematici. Le richieste o domande più frequenti, inoltre, riguardano i beni e servizi materiali. Al secondo posto figurano le domande di sussidi economici, da impiegare soprattutto per il pagamento di bollette/tasse, canoni di affitto o spese sanitarie e domandati in maniera più marcata da cittadini italiani. Seguono poi le richieste riguardanti il lavoro, formulate soprattutto da stranieri, le domande di alloggio e quelle inerenti prestazioni o assistenza sanitaria.
Per rispondere ai bisogni crescenti dei territori, nel corso del 2016 la Caritas Italiana ha accompagnato 125 Caritas diocesane nel percorso di presentazione, valutazione e approvazione di 191 progetti, in risposta alle povertà. Dal punto di vista delle risorse economiche impegnate per la realizzazione di tali progetti, nel corso del 2016 sono stati erogati oltre 16 milioni di euro, a cui va aggiunta una compartecipazione economica delle diocesi interessate di poco superiore ai 5 milioni di euro, per un importo complessivo di oltre 21 milioni. I destinatari prevalenti degli interventi sono stati le famiglie, le persone senza dimora, i giovani e i minori, poi gli immigrati e gli inoccupati.