28 agosto 2024 ore: 13:55
Economia

Povertà, a Bologna "famiglie costrette a scegliere tra il cibo e i libri di scuola"

L'allarme di Giovanni Melli, presidente di Civibo, l'associazione che porta avanti le Cucine popolari: "Situazione drammatica, adesso il passaggio dalla fragilità alla povertà avviene in un batter d'occhio" 
Povertà, mani di uomo con monete

BOLOGNA - Anche nella 'ricca' Bologna ci sono famiglie che "devono scegliere se mangiare o comprare i libri di scuola o vestirsi", mentre le visite mediche sono la prima cosa a cui si rinuncia. Un fenomeno peraltro in "continuo aumento", perché "adesso il passaggio dalla fragilità alla povertà avviene in un batter d'occhio. Basta un nonnulla". A far suonare ancora una volta il campanello d'allarme è Giovanni Melli, presidente di Civibo, l'associazione che porta avanti le Cucine popolari. "La situazione è drammatica", dice chiaro e tondo Melli, parlando alla 'Dire' questa mattina a margine di una conferenza stampa in Comune a Bologna. Alle Cucine popolari, spiega il presidente, il 64% delle persone che si presenta è italiano, in aumento rispetto agli anni passati quando erano i cittadini stranieri i più presenti. E in prevalenza sono uomini.

Ma, segnala Melli, ci sono anche "molte famiglie", che sono "numericamente aumentate. E stiamo notando che, col fatto che ricominciano le scuole, le famiglie devono scegliere se mangiare o comprare i libri o vestirsi. Hanno una graduatoria e purtroppo all'ultimo posto c'è la salute". Cioè, "rinunciano alle cure perchè costano troppo". Nel novero rientrano anche famiglie che "hanno due lavori- continua Melli- entrambi poveri, e non ce la fanno se hanno un figlio o due che devono andare a scuola", perchè il reddito da lavoro non basta per pagare anche affitto e bollette. "Mentre prima dalla fragilità la gente scendeva più lentamente, quindi potevi intervenire con dei correttivi- spiega Melli- adesso il passaggio alla povertà avviene in un batter d'occhio. Basta un nonnulla. E questo non può essere a carico del mondo delle associazioni, bisogna proprio ripensare le politiche in maniera più seria", è il monito del presidente delle Cucine popolari di Bologna.

Ad oggi, continua Melli, la realtà bolognese "è rappresentata da un continuo avvicinarsi di persone che hanno bisogno. Notiamo, soprattutto dopo il periodo delle ferie, un aumento di partecipazione alle nostre cucine. Segnale che la gente è preoccupata per la situazione economica. Le persone, soprattutto più fragili, si stanno impoverendo rapidamente. Quindi c'è un aumento: non sono numeri esplosivi, ma è graduale e continuo". In questi anni, poi, le Cucine popolari hanno assistito anche a un "cambiamento di tipologia delle persone". Non solo un maggior numero di italiani e di lavoratori. Ma anche l'abbandono da parte di una categoria precisa. "Agli inizi avevamo anche persone sole che venivano a cercarci per mangiare in compagnia- spiega Melli- ma la pandemia ha cambiato le carte in tavola e la gente non si fida più, fa fatica a mangiare con altri. Per noi questo è un cruccio".

L'allarme sull'incremento della povertà a Bologna viene confermato anche da Marco Mastacchi, presidente dell'Opera Marella. "C'è un segnale di aumento delle difficoltà in città- spiega- però non è facilmente decodificabile. Non riusciamo ancora a capire quali siano le fasce in difficoltà e anche quali siano i reali numeri". L'idea è che si tratti di "padri separati, persone emarginate dal lavoro, persone che se magari le incontriamo per strada non riusciamo neanche a inquadrarle così". Anche in ambito abitativo, aggiunge Mastacchi, "c'è tanto bisogno. E non solo in città, ma anche nei paesi dell'Appennino. Sempre più ci sono persone che chiedono aiuto e che sono in difficoltà dal punto di vista abitativo, per motivi familiari o perché il lavoro non consente di coprire tutti i costi". Infine, un altro tema che "preoccupa molto" l'Opera Marella è sono i minori non accompagnati, spiega Mastacchi, "che a Bologna sta dando parecchie difficoltà". (DIRE)

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