Povertà assoluta, ecco la proposta di legge delle associazioni siciliane
PALERMO - La consegna ufficiale della proposta di legge d'iniziativa popolare contro la povertà assoluta, per la quale devono essere raccolte almeno 10 mila firme, è avvenuta questa mattina nella sala presidenziale direttamente al presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta.
Il presidente Crocetta, apparso molto sensibile al tema, si impegnerà nei prossimi giorni ad avviare una serie di incontri con l'assessore ed i funzionari competenti dell'assessorato alla famiglia, per verificare se ci sono le condizioni per fare proprio il disegno di legge, indipendentemente dal percorso di iniziativa popolare della raccolta firme. Il disegno di legge, infatti, che ieri è stato depositato presso l'assessorato regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, è stato presentato anche oggi ai capigruppo parlamentari siciliani nella sala stampa dell'Ars. Tra i firmatari Vito Lo Monaco, il presidente del Centro Pio La Torre che coordina la proposta, il presidente dell'Anci Sicilia, Leoluca Orlando, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, Libera, la Confindustria, la Caritas, la comunità di S.Egidio, Erripa e il Forum terzo settore.
La proposta, elaborata dall'osservatorio del Centro Pio La Torre, consiste nell'erogazione di una carta di beni e servizi primari che si dovrebbe avvalere prevalentemente di fondi europei. L'accettazione della carta inserisce automaticamente la persona o la famiglia in povertà assoluta in un progetto di accompagnamento sociale che ne favorisce l'autonomia.
In pratica, secondo tutti i promotori, non si tratta di un'integrazione al reddito di tipo assistenziale ma di un sostegno economico inserito nel percorso di autonomia della persona.
"È la prima volta che si presenta in maniera trasversale un disegno di legge di iniziativa popolare ai sensi dell'articolo 12 dello Statuto Siciliano - spiega il presidente del Centro Pio La Torre Vito Lo Monaco -. L'obiettivo che ci proponiamo è di raccogliere oltre 50 mila firme. Vogliamo che questa iniziativa sia d'auspicio per altre iniziative dal basso. In tempi di crisi occorre unirsi e non dividersi - continua Lo Monaco -. Il disegno di legge regionale può senz'altro considerarsi complementare alle altre iniziative di carattere nazionale. Vogliamo in questo modo intervenire per una fascia più bisognosa dei siciliani che vivono in povertà assoluta che, secondo gli ultimi dati Istat, sono 250 mila famiglie per quasi un milione di persone. Le risorse a cui potere attingere secondo la nostra proposta sono sia europee che nazionali e regionali. Anche se i capo gruppo hanno dichiarato che la faranno propria noi continueremo il nostro percorso raccogliendo, a partire dalla prossima settimana, il numero di firme necessarie per la sua discussione all'Ars".
"Confermo l'impegno come rappresentante dell'Anci - ha detto il sindaco Leoluca Orlando - a promuovere la raccolta delle firme presso i comuni della Sicilia. Nel quadro di una maggiore verità e giustizia sociale l'obiettivo comune è sicuramente quello di rispondere in maniera rapida alla sofferenza economica di tante famiglie. La misura legislativa testimonia ancora una volta che i diritti fondamentali devono essere garantiti dal pubblico".
"Con questo provvedimento si vuole dare risposta, in termini di welfare e di sostegno - ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia Michele Pagliaro - alle famiglie in difficoltà e fare valere la dignità delle persone, abbandonando la logica del sussidio".
"Un’iniziativa che riteniamo fondamentale – affermano Mimma Argurio (Cgil), Rosanna Laplaca (Cisl) e Luisella Lionti (Uil) - ma che da sola è insufficiente per superare l’estrema condizione di disagio che in questi anni di crisi ha colpito drammaticamente famiglie e bambini”. Secondo gli ultimi dati Istat, scrivono infatti i sindacati, in Sicilia nel 2013 a vivere in condizioni di povertà assoluta sono stati 229 mila minori (+5,9% rispetto all'anno precedente). In pratica, uno su quattro è povero. E il dato colloca l’Isola al secondo posto tra le regioni italiane, per povertà minorile.
"In un contesto meridionale, poi, un sostegno al reddito acquista una valenza civica ancor più pregnante, se realizzato in modo appropriato - si legge nel documento unitario sottoscritto da tutte le realtà che appoggiano la proposta normativa -. Più che altrove, infatti, qui la vita politica è inquinata dalla tendenza a barattare il voto contro favori, talora anche di minima entità. Il controllo del voto ha poi visto spesso come protagonisti le cosche mafiose. Rendere i cittadini meno dipendenti dalla morsa del bisogno, e farlo riconoscendo loro un diritto pieno all'integrazione al reddito, può dunque rappresentare un passo avanti decisivo se si vuole contrastare il voto di scambio politico-mafioso, nonché quello clientelare". (set)